Il Gip di Catania ha convalidato il fermo di indiziato di delitto, eseguito dai Carabinieri della Stazione di San Giovanni la Punta, nei confronti del 22enne Giovanni Francesco Di Prima, ritenuto responsabile dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere della sorella 37enne Lucrezia Rita, avvenuto lo scorso 15 ottobre, all’interno dell’abitazione di famiglia, in cui gli stessi convivevano con i propri genitori, situata nel comune di San Giovanni la Punta.
Nei confronti del ragazzo è stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere.
Le attività della locale Stazione Carabinieri, inizialmente tese alla sola ricerca della giovane donna a seguito di una prima segnalazione di scomparsa, effettuata nella serata del 15 ottobre dal fidanzato (totalmente estraneo ai fatti) e dal fratello della stessa, nonché della successiva denuncia di allontanamento volontario presentata dai genitori, hanno avuto un’importante accelerazione grazie alla scoperta, su uno dei cerchioni della Fiat Panda di famiglia, di alcune macchie ematiche.
Gli investigatori, grazie al predetto spunto indiziario fornito dal fidanzato della vittima, unitamente al particolare acquisito dal padre circa la scomparsa di un lenzuolo normalmente utilizzato per coprire attrezzi ginnici conservati in garage, si sono accorti di alcune incongruenze dei racconti di Giovanni Francesco, il quale, riconvocato in caserma e vistosi alle strette, si è autoaccusato del gravissimo reato e ha accompagnato i militari in via della Regione del Comune di Nicolosi, luogo in cui aveva occultato il cadavere.
Secondo quanto emerso, nel primo pomeriggio del 15 ottobre, il ragazzo avrebbe deciso di uccidere la sorella poiché spinto dal desiderio di “liberare” i genitori dal peso derivante da richieste di somme di denaro avanzate dalla vittima, per ristrutturare un’abitazione in cui sarebbe dovuta andare a vivere con il fidanzato. Pertanto, approfittando dell’assenza dei genitori, dopo essersi appostato tra la camera della sorella e il bagno, alla vista della sorella le ha sferrato tre fendenti con un coltello da caccia, uccidendola e spingendola all’interno della doccia.
Con lucida freddezza, il ragazzo, ha quindi avvolto il corpo della donna in un lenzuolo bianco e in teli di plastica e, dopo aver trascinato il cadavere per le scale della villetta sino al garage, l’ha caricato sul sedile posteriore della Fiat Panda a lui in uso, per poi occultarlo sotto due vecchi materassi nella citata zona di campagna.
La ricostruzione della dinamica omicidiaria è stata confermata dai rilievi effettuati dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo di Catania all’interno dell’abitazione familiare e sull’autovettura, nonostante il tentativo di nascondere le tracce del reato.
Infine, verso la fine dell’interrogatorio svolto la notte tra sabato e domenica scorsa, Di Prima ha segnalato la presenza del coltello da caccia utilizzato per l’uccisione della sorella, sotto un mobile situato nel garage di famiglia.
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