Risale a qualche giorno fa la notizia diffusa dal dossier di Wikileaks Spionaggio all’Eliseo. L’Eliseo è, difatti, la residenza ufficiale dei Presidenti della Repubblica francese e luogo di provenienza di documenti riguardanti Jacques Chirac, che fu presidente dal 1995 al 2007, Nicolas Sarkozy, presidente dal 2007 al 2012 e l’attuale presidente François Hollande eletto nel 2012.
Dopo la Cancelliera tedesca, a finire nelle grinfie dello spionaggio americano è toccato alla Francia. Secondo le dichiarazioni di Wikileaks i tre Presidenti francesi, insieme a diversi ministri, deputati e diplomatici sono stati spiati per circa sei anni e tra gli argomenti che più interessano gli USA vi sono le manovre francesi relative all’ONU e quelle che riguardano la questione palestinese, i rapporti tra i servizi segreti francesi e americani e la posizione della Francia sulla crisi finanziaria mondiale e il debito della Grecia. Quest’ultimo difatti, è uno dei punti più caldi: sembrerebbe che Washington vorrebbe sapere quanto Parigi insieme a Berlino siano disposte a venire incontro alla Grecia di Tsipras, in quanto di fronte ad una mancanza di soluzione al debito greco, si rischierebbe di portare Atene nell’orbita di Mosca, indebolendo così la NATO.
Certamente non è stata delle migliori la reazione del Presidente francese Hollande che ha invitato il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius a convocare Jane Hartley, ambasciatore degli Stati Uniti in Francia. D’altra parte la Casa Bianca si difende con una timida reazione: «non stiamo spiando Hollande, gli Stati Uniti non stanno intercettando, né lo faranno in futuro, il Presidente francese» ha assicurato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Ned Price che prosegue «noi lavoriamo con la Francia su tutti i temi internazionali dell’agenda e i francesi sono alleati indispensabili».
Non è, di certo, una novità che l’Intelligence si faccia prendere con le mani nel sacco quando si parla di spionaggio, ma sembrerebbe che Wikileaks possa diffondere in futuro altri documenti di portata maggiore, “pronti a stupire” e che, usando l’affermazione de’ Il fatto quotidiano, «creano una continuità con le rivelazioni degli ultimi giorni che, oltre allo spionaggio ai danni dei funzionari e governanti francesi, hanno portato alla luce anche 60 mila dispacci del governo saudita che mostrano i favori fatti ad alcuni capi di Stato e di governo in cambio di appoggio nella lotta per il potere in corso in Medio Oriente».
Intanto, il ministro francese Stephane le Foll, pur dichiarando che «lo spionaggio tra alleati è inaccettabile», ha escluso ogni possibilità che potrebbe far pensare ad una crisi dei rapporti tra USA e Francia, affermando che «essendo delle grandi Nazioni, abbiamo tutti una responsabilità nel mondo e bisogna riflettere bene su quello che si dice». Quello che è successo non è accettabile ma non sarà un fattore di crisi specie in un momento in cui la Francia ha bisogno del sostegno degli alleati per reagire agli ultimi tragici avvenimenti che hanno colpito il Paese, come l’attacco terroristico a Charlie Hebdo e l’attentato al sito industriale di Lione avvenuto lo scorso 26 giugno in cui è rimasto ucciso un imprenditore, decapitato dall’attentatore che ha poi lasciato sul luogo la bandiera dello Stato islamico. Si tratta della prima esecuzione in territorio europeo, ma lo stesso Hollande dichiara di «non dover cedere mai alla paura».
Nancy Censabella
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