Feltri questa volta esagera. A dirlo sono le persone che sui social network si stanno scatenando contro il direttore di Libero. Le edicole a Sud si dichiarano contrarie alla vendita di Libero. I tweet del giornalista, inoltre, peggiorano solo la situazione.
Mentre su Youtube qualcuno inizia già ad argomentare o criticare le parole di Feltri, dal pensiero di Mario Giordano fino a I Sansoni, il direttore non fa che peggiorare la situazione con alcuni tweet. Uno di tanti è un tentativo di giustificare le sue parole con dati ISTAT, mettendo a confronto il reddito pro capite della sola Lombardia contro tutto il Mezzogiorno.
In un secondo tweet il direttore spiega di avere a cuore il sud, parlando di una piacevole infanzia in Molise e del suo migliore amico napoletano. Tuttavia, qualsiasi sarà il tweet di Feltri, non fermerà la rabbia dei molti utenti sui social. Qualcuno approva le parole di Feltri, ma non c’è confronto con tutte le persone che da Facebook a Instagram stanno mostrando la loro indignazione. E i tweet non finiscono qui.
La sensazione di disapprovazione da parte del Sud è forte e, come una voce in una valle dell’eco, si fa sentire sempre di più e sempre più lontano. Sui social sono molte le foto di cartelli e segnali di edicole che si rifiutano di vendere copie del giornale Libero. Quest’ultimo giornale di cui Feltri, da anni, è il direttore.
I proprietari di edicole non sono gli unici a comunicare il loro dissenso. Perché per tutto il sud, o meglio dire per tutto il Mezzogiorno, Feltri non ha espresso opinioni, ma ha solo offeso e istigato un popolo che già da tempo non stima né lui come persona né lui come giornalista. Tutti i tweet da lui pubblicati, che possono sembrare come un tentativo di giustificarsi, stanno dando ancora più fastidio.
Su Facebook queste sensazioni negative si sentono e non poco: il video de i 4 Santi, la richiesta di radiare Vittorio Feltri dall’ordine (pubblicata su change.org da Giovanni Cantilena), fino ai memes sempre ben voluti sulle homepage di tutti gli utenti, tutti quelli che oggi vorrebbero vedere Feltri essere non più giornalista.
La petizione in soli due giorni ha già raccolto il discreto numero di venti migliaia di firme. Ma così come Barbara D’Urso non ha cancellato i suoi programmi, allo stesso tempo Feltri, per una petizione, non perderà il suo ruolo. La sua politica editoriale negli anni di direzione di Libero, ha sempre suscitato dissenso, come il caso del titolo, ritenuto da molti offensivo, nei confronti di Greta Thunberg. Per quanto si possa parlare di idee antiquate o metodi strani per attirare lettori, quel che continua a essere dubbio è il ruolo del giornalista in Italia.
Davide Zaino Pasqualone
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Nasce in Abruzzo nel 1998 in un paesino così noioso, isolato e bigotto da convincerlo, all’età di 18 anni, a fuggire a Bologna. Una volta iniziata l’università si innamorerà del fotogiornalismo. È un amante dello sport, della cultura, della filosofia, della fotografia e dei tatuaggi, potrebbe riassumere le sue idee in una frase poetica e colta, ma gli è sufficiente un semplice “Vivi e lascia vivere“