La recentissima inchiesta effettuata da Fanpage.it su “Gioventù nazionale” è stata al centro di asprissime polemiche, soprattutto tra i più giovani. Ma cosa è successo?
Il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, si è reso protagonista di alcuni video contenenti saluti romani e numerosi cori inneggianti al fascismo e al Duce. L’argomento che ha subito destato immenso scalpore, è stato affrontato a Bruxelles durante il briefing quotidiano.
La risposta della Commissione europea non si fa attendere. Infatti, il portavoce dell’esecutivo UE Eric Mamer, si è così espresso sulla vicenda: “Il punto di vista della Commissione europea e della presidente sulla simbologia del fascismo è molto chiaro: non crediamo che sia appropriata, la condanniamo, pensiamo che sia moralmente sbagliata. Siamo molto chiari su questo”.
Per alcuni mesi, un giornalista di Fanpage.it si è infiltrato nel movimento giovanile di Fratelli d’Italia, Gioventù nazionale. Durante il suo “soggiorno” all’interno del partito, ha iniziato a denunciare i comportamenti anomali dei suoi membri, confermati poi dal materiale video fornito più in avanti. L’inchiesta, è stata poi trasmessa su La7 da Corrado Formigli e mostra i video dove i giovani cantano inni nazisti e fanno il saluto romano. Sempre dai video girati, si vede Flaminia Pace, dirigente di Gioventù Nazionale, che rivela di voler utilizzare i fondi ottenuti dal servizio civile, e donati dai beneficiari, per mantenere la sede di Casa Italia.
L’inchiesta è così diventata un caso dapprima mediatico e subito dopo, anche politico. Gran parte degli esponenti politici ha condannato duramente le azioni dei giovani di Gioventù Nazionale, chiedendo l’intervento della leader del partito, Giorgia Meloni. Senza troppe sorprese, la premier ha adottato la strategia del silenzio, riducendone sensibilmente la visibilità mediatica.
Questa volta però, in soccorso dell’informazione sono venuti i social media. Fanpage infatti, sta raccogliendo numeri da record, visualizzazioni e condivisioni hanno toccato ieri un vertice di 10 milioni, ma continuano ad essere in costante aumento.
Il 28 ottobre del 1922, con la marcia su Roma si conclude parentesi italiana dello Stato liberale e si apre invece il famoso “ventennio fascista“. Il Paese in quegli anni viene attraversato da una profonda crisi, della quale si servirà Benito Mussolini per attuare il progetto totalitario fascista. In questo scenario, il fascismo si propone e si afferma come miglior soluzione per la stabilizzazione sociale, economica e politica.
Mussolini, è stato abilissimo ad interpretare e sfruttare tanto le paure quanto le ambizioni delle classi dirigenti e del ceto medio, togliendo spazio all’opposizione usando come mezzo la violenza militare.
Con la violenza infatti, Mussolini riesce in brevissimo tempo a conferire al fascismo la forza necessaria per trasformare il movimento fino ad allora ritenuto minoritario in un partito affermato, ulteriormente rafforzato dalle divisioni interne che, negli anni, hanno indebolito la sinistra politica. Nel mondo socialista mancano coerenza e unità d’intenti, ma più di ogni cosa, manca la consapevolezza che il fascismo non verte in direzione di una tradizionale restaurazione, ma piuttosto verso una destrutturazione profonda dello Stato liberale, che verrà sostituito dal progetto totalitario che si fonda sulla sconfitta verticale delle organizzazioni di rappresentanza del mondo del lavoro.
L’Antifascismo nasce come reazione, prima morale e e poi politica, al totalitarismo mussoliniano, da quando compì i suoi primi passi nel 1919 e poi per tutto il Ventennio. Tuttavia, nei primi mesi di instaurazione del regime, la sinistra non aveva ben capito i danni che avrebbe provocato il fascismo. Quindi il movimento Antifascista, godendo della tribuna parlamentare, attuò inizialmente una “semplice” opposizione politica di tipo tradizionale.
A seguito del delitto Matteotti del 1924, con la promulgazione delle leggi “fascistissime” e lo scioglimento dei Partiti e dei Sindacati non fascisti, l’Antifascismo entrò in clandestinità. L’era di repressione nei confronti dell’opposizione fu durissima. Molti antifascisti, nonostante vigesse il divieto assoluto di migrazione, furono costretti all’esilio e fuggirono all’estero.
In Italia, i lunghi anni di carcere a cui furono condannati gli antifascisti significarono spesso, accanto alle numerose sofferenze e privazioni, anche studio, approfondimento e confronto. Si produsse in questi anni, una vastissima letteratura politica, uno degli esempi, forse il più noto, è rappresentato dai “Quaderni del carcere” di Antonio Gramsci, avversario temutissimo dal Duce.
Venne ben presto raggiunto un grado di consapevolezza tra la maggior parte degli antifascisti, l’Antifascismo venne tradotto quindi in un programma di riforma degli assetti sociali e politici. In questa chiave, il movimento antifascista animò la Resistenza e subito dopo la Seconda Guerra mondiale, prese le sembianze di una vera e propria corrente politica di promozione e attuazione della Costituzione italiana, in opposizione, in generale, a tutti gli atteggiamenti e comportamenti antidemocratici, autoritari e di intolleranza.
Alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi, è stata posta un’interrogazione da parte del PD nei confronti di Fratelli d’Italia. Nella suddetta interrogazione, veniva chiesto di parlare a proposito della “doppia identità del movimento”, che nella dimensione interna inneggia al fascismo, al terrorismo nero e usa il saluto romano.
Ciriani, facendosi portavoce di FDI ha affermato: “L‘inchiesta è costruita sulla base di immagini frammentate, decontestualizzate e riprese in un ambito privato“. Il ministro ha poi attaccato Fanpage, accusando la redazione di aver “ripreso soggetti minorenni” e di averne “diffuso le immagini, senza che ne sia stato acquisito il preventivo consenso“, nonostante tutti i volti (fatta eccezione per gli esponenti maggiori del movimento) siano stati oscurati.
Fonte foto in evidenza: Fanpage.it
Riccardo Nobile
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