Le relazioni tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, continuano a deteriorarsi. Fonti anonime vicine alla Casa Bianca, citate dal New York Post, affermano che Zelensky non gode più della fiducia dei consiglieri più stretti dell’amministrazione americana già da diversi mesi. L’ultima conferma di questa frattura arriva direttamente da Trump, che nei giorni scorsi ha definito Zelensky «un comico modesto e un dittatore».
Secondo una fonte anonima citata dal New York Post, la situazione non rappresenterebbe una novità: «Ho sentito mesi fa che è tempo di elezioni e di una nuova leadership». Dichiarazioni che alimentano l’ipotesi di una crescente pressione da parte degli Stati Uniti affinché l’Ucraina cambi guida, magari con una soluzione imposta da Washington.
L’ostilità verso il presidente ucraino è ormai palese e c’è chi, tra i sostenitori di Trump, si spinge oltre. Un’altra fonte anonima, sempre interpellata dal New York Post, suggerisce che «Zelensky fugga in Francia immediatamente». La critica nei suoi confronti si estende anche alle decisioni interne, come la messa al bando delle organizzazioni religiose legate alla Chiesa ortodossa russa. Un alto funzionario americano ha commentato: «Come il Papa, non sono fan di chi mette al bando le chiese».
Le affermazioni di Trump sulla presunta impopolarità di Zelensky, con un gradimento sceso al 4%, sono state rilanciate anche da Elon Musk. Nonostante ciò, si tratta di una dichiarazione priva di fondamento. Musk afferma che «in America votiamo ogni quattro anni anche in guerra». In realtà, però, la Costituzione ucraina vieta la convocazione di elezioni in tempo di legge marziale. Questo sembra essere un punto ignorato dagli esponenti dell’amministrazione americana, critici nei confronti del leader ucraino.
Dietro la crescente ostilità nei confronti di Zelensky si celerebbero anche ragioni economiche e strategiche. Innanzitutto, anche la Russia chiede che il «presidente illegittimo» lasci l’incarico, già da molto tempo. Secondo quanto riportato dal New York Post, poi, l’amministrazione americana starebbe facendo pressione affinché Kiev sia guidata da una figura più incline ad accettare un accordo di pace con la Russia, negoziato dagli Stati Uniti senza il coinvolgimento diretto dell’Ucraina. In cambio, Washington punterebbe ad assicurarsi il controllo sulle terre rare ucraine.
Zelensky avrebbe già respinto questa richiesta, ribadendo la sua posizione durante un colloquio con l’amministrazione americana definito «molto produttivo». Tuttavia, appare evidente che la Casa Bianca non condivida questa visione. Il destino politico di Zelensky sembra quindi appeso a un filo, mentre gli equilibri geopolitici si fanno sempre più tesi.
Fonte immagine: ansa.it
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