Zelensky “si arrende” su Crimea e Donbass. Il piano per la tanto attesa pace tra Russia e Ucraina, Trump e la fine degli aiuti. Kiev dovrà cedere almeno una parte del 20% del territorio nazionale conquistato dai russi. Ma ci sono due fasi distinte per gli Usa. Mentre l’Ue procede in ordine sparso. E la Nato continua il sostegno.
Volodymyr Zelensky spende due parole sulla guerra tra Russia e Ucraina che somigliano a una resa: “Non abbiamo le forze per riprenderci Donbass e Crimea. Dobbiamo sperare nella diplomazia“. Ammettendo quello che i governi occidentali, come quello di Joe Biden, pensava da tempo. Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e gli aiuti venire sempre meno, Kiev sarà costretta a cedere una parte del 20% del proprio territorio ai russi. Quasi il 52% degli ucraini sono favorevoli a: “Una qualche concessione territoriale”, pur di avere la pace.
Da Washington, emergono due linee. C’è chi, come Elon Musk, spinge per tagliare subito armi e aiuti all’Ucraina. Altri, come Kellogg, incaricato da Donald Trump, auspicano un approccio più graduale. Con l’obiettivo di forzare Vladimir Putin ad avviare trattative. Ecco, perché, Zelensky ha parlato di Donbass. Ed è stato generico nell’affermazione perché ha deciso di non distinguere tra Donetsk e Lugansk occupati dai russi o tutto il territorio occupato dal 2022 al 2024. Una resa totale a Putin, mascherata da pace o da tregua, non è nell’interesse né dell’Europa né degli Stati Uniti. Mentre, c’è l’ipotesi di uno schieramento di militari europei per la pace.
Non possiamo non citare l’Italia, dove il ministro della Difesa Guido Crosetto, è disponibile per una missione di peacekeeping. Robert Fico provoca: “L’Ucraina non sarà invitata alla Nato e perderà un terzo del suo territorio. La sospensione immediata delle operazioni militari è la soluzione migliore per Kiev”. Anche Giorgia Meloni si prepara alla svolta. Mentre lunedì 23 dicembre il governo varerà un decreto per le forniture militari nel 2025. Ma se l’Europa si accoderà a Trump lei non dovrà sconfessare la posizione presa all’epoca di Biden alla Casa Bianca.
Zelensky dichiara: “Siamo forti? Non ancora. Entreremo nella Nato? Non lo sappiamo. Entreremo nell’Unione Europea? Sì, ma quando?”. Mark Rutte, segretario generale dell’alleanza atlantica afferma: “La mia posizione è che l’Ucraina deve essere messa in una posizione di forza per poi decidere quando e come aprire i negoziati: se ora iniziamo a parlare fra di noi che forma prenderà la pace, rendiamo la vita molto facile ai russi”. “L’Ucraina dovrà prevalere”, era scritto. “La Russia non dovrà prevalere”, è stato modificato.
Zelensky aveva fatto un discorso del genere che riguardasse solo la Crimea, la novità adesso è l’inclusione del Donbass. Nonostante la Nato voglia ancora sostenere Kiev, il problema principale è capire come agire se gli Stati Uniti volessero tirarsi indietro o aprire un canale negoziale con Putin. “È molto importante utilizzare questi due giorni a Bruxelles per incontrare tutti i nostri partner affinché non siano divisi e abbiano la stessa posizione comune”, ha concluso Zelensky.
Fonte Foto in Evidenza: open.online
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