Quando il presidente Joe Biden pianificò con i suoi consiglieri il vertice della Nato a Washington dal 9 all’11 luglio, voleva inviare un messaggio di unità al presidente russo Putin, per sottolineare le differenze tra sé e Donald Trump. Ma quando i 38 leader della Nato sono arrivati negli Stati Uniti, nella capitale era palpabile l’incertezza sul futuro politico del presidente americano.
Infatti, ieri, alla celebrazione del 75° anniversario dalla nascita della Nato, ogni parola o gesto del presidente Biden sono stati osservati al microscopio. E ciò accadrà anche nei prossimi tre giorni di vertice.
In un’intervista a George Stephanopoulos, della tv Abc, Biden ha detto: “Chi terrà insieme la Nato come ho fatto io? Guardate il summit e come reagiscono gli Alleati: penso che sia un buon modo per giudicarmi“.
Ma qualcuno non è convinto delle sue mosse. Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski, ad esempio, ha scritto su X: “Marco Aurelio fu un grande imperatore, ma fece un disastro con la successione del figlio inetto, Commodo, il cui regno disastroso iniziò il declino di Roma“.
Nel mentre, Biden cerca di contenere i danni nel suo partito. Lunedì sera ha discusso con il gruppo dei parlamentari afroamericani per ottenere il loro appoggio, seguito da quello del gruppo degli ispanici, in occasione della riapertura del Congresso e degli incontri a porte chiuse dei parlamentari democratici sul suo futuro. Ha anche parlato con deputati più giovani e progressisti come Alexandria Ocasio-Cortez. “La questione è chiusa. Joe Biden è il nostro candidato, non si ritirerà e io lo appoggio” ha affermato quest’ultima ai giornalisti.
Tuttavia, nonostante gli sforzi – anche in seguito ai danni causati dal dibattito tv con Trump – le pressioni per il ritiro non cessano. Un numero ridotto di deputati democratici ha chiesto che si scelga un altro candidato alla Casa Bianca. Molti altri sono rimasti in silenzio – tra loro anche Hakeem Jeffries, leader della minoranza alla Camera – per non esporsi sulla questione.
Secondo il New York Times, il partito dovrebbe parlare al presidente per invogliarlo a ritirarsi, poiché continuando su questa strada potrebbe consegnare la vittoria a Trump alle elezioni di novembre. In risposta, la Casa Bianca ha pubblicato una lettera con l’intento di respingere le accuse dei media secondo i quali “un esperto di Parkinson” avrebbe visitato Biden otto volte in otto mesi.
Kevin Cannard, neurologo, nella lettera sostiene di aver visitato Biden tre volte in tre anni, in coincidenza con l’esame del medico della Casa Bianca Kevin O’Connor. Ha dichiarato che il presidente non ha il Parkinson, né altre malattie neurologiche, e di non averlo mai visitato al di là di questi esami a cadenza annuale.
Tuttavia, il sito Politico dubita dell’ottimismo di O’Connor, il quale crede che Biden sia in grado di svolgere la presidenza. Secondo Politico il medico è un caro amico di famiglia e un ex socio d’affari del fratello del presidente. Infine, in un lungo articolo del Wall Street Journal, si percepisce il risentimento dei giornalisti nei confronti del modo in cui la Casa Bianca abbia – si presume – nascosto il peggioramento della salute di Biden.
Fonte foto in evidenza: Ansa
Valentina Contarino
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