Il presidente Donald Trump si appresta a firmare un ordine esecutivo che prevede la chiusura del Dipartimento dell’Istruzione, trasferendo il controllo del sistema educativo agli Stati. La decisione, anticipata da un documento della Casa Bianca visionato dal New York Times, assegna alla segretaria all’Istruzione, Linda McMahon, il compito di “smantellare completamente” il dipartimento e decentralizzare la gestione dell’istruzione. Questo passo segna un ulteriore consolidamento della politica di Trump, che sin dal suo primo mandato ha promesso ai sostenitori del movimento MAGA (Make America Great Again) una drastica riduzione dell’intervento federale nell’istruzione.
La motivazione dietro la drastica decisione di chiudere il Dipartimento dell’Istruzione risiede nella percezione che il sistema educativo federale sia inefficace. Secondo la Casa Bianca, il controllo del governo centrale sull’istruzione non ha prodotto miglioramenti significativi per studenti, genitori e insegnanti, nonostante gli oltre 3.000 miliardi di dollari spesi dal 1979. I dati dei test standardizzati sarebbero la prova di questo fallimento. L’obiettivo è quindi di restituire la gestione dell’istruzione ai singoli Stati, nella speranza di migliorare pratiche e risultati scolastici attraverso una maggiore autonomia locale.
Sebbene l’ordine esecutivo di Trump rappresenti un passo importante, la chiusura del Dipartimento dell’Istruzione non può avvenire senza l’approvazione del Congresso. Il Senato, attualmente con una maggioranza repubblicana di 53 seggi contro 47, richiederebbe almeno 60 voti per abolire il Dipartimento. Questo significa che almeno 7 senatori democratici dovrebbero votare a favore del piano, un’eventualità altamente improbabile. Inoltre, qualsiasi tentativo di smantellamento parziale potrebbe essere ostacolato da azioni legali che rallenterebbero l’implementazione della misura.
L’opposizione democratica e molti esperti del settore temono che la chiusura del Dipartimento dell’Istruzione possa avere conseguenze disastrose per milioni di studenti e famiglie, soprattutto nelle aree rurali. Il provvedimento assicura la continuità dei programmi essenziali, come i finanziamenti per studenti a basso reddito e con disabilità, ma esclude completamente i programmi legati a “Diversità, equità e inclusione“, definiti da Trump come “ideologia di genere“.
Attualmente, il Dipartimento dell’Istruzione gestisce oltre 100.000 scuole pubbliche e 35.000 private, finanziando circa il 15% delle spese educative complessive, mentre il restante 85% è a carico degli Stati e degli enti locali. Tuttavia, la chiusura del dipartimento potrebbe portare alla sospensione dei finanziamenti federali per le scuole K-12 (dall’asilo al liceo) e mettere a rischio il sistema di prestiti e assistenza agli studenti universitari, il cui debito totale supera i 1.600 miliardi di dollari.
Nonostante l’impegno dell’amministrazione Trump nel ridimensionare il ruolo federale nell’istruzione, la strada per lo smantellamento definitivo del Dipartimento dell’Istruzione appare ancora lunga e complessa. Il dibattito sul futuro del sistema educativo americano rimane aperto, con il rischio che la riforma possa creare un divario ancora più marcato tra gli Stati e generare incertezze per milioni di studenti e famiglie.
Fonte Foto in Evidenza: Open.online
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