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Theresa May, la Brexit e la non tutela degli animali
25 Novembre 2017
Best politikEsteraAttualità

Theresa May, la Brexit e la non tutela degli animali

Home » Best politik » Theresa May, la Brexit e la non tutela degli animali

LONDRA – Sono passati ormai più di cinque mesi dall’avvio della prima sessione dei negoziati tra Londra e Bruxelles per intraprendere l’iter di uscita del Regno Unito dall’Unione Euopea, con la nota Brexit, che porterà in via definitiva l’uscita del paese entro il 29 marzo del 2019, secondo l’ultima proposta dalla attuale premier britannica, Theresa May.

theresa may 2A tal proposito, secondo quanto riportato il marzo scorso dal giornale la Repubblica, in un comunicato ufficiale di governo la premier sembrerebbe aver già annunciato che «invocherà l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, la norma che mette in moto la secessione di uno stato membro dall’Unione Europea» per completare così l’uscita del Regno Unito dall’Ue entro due anni. Ma basteranno due anni di negoziati per trovare nuove forme di cooperazione esterna tra Londra e Bruxelles sul piano economico, commerciale, militare, dell’immigrazione e di molti altri settori fondamentali sia per il Regno Unito che per l’Unione Europea? Intanto i cambiamenti legislativi derivanti dalla Brexit intaccherebbero anche il settore dei diritti degli animali; a tal riguardo, la premier Theresa May, ha fatto approvare di recente dalla camera dei Comuni «un provvedimento che nega agli animali la capacità di provare dolore o emozioni» secondo quanto riportato dallo stesso quotidiano la Repubblica.

Ciò significa che tutti gli animali selvatici e da laboratorio, considerando che perlomeno fino ad oggi gli animali domestici sono ancora tutelati dalle leggi nazionali inglesi, non avranno più alcuna tutela una volta che sarà completata la procedura della Brexit. Si tratta, infatti, di un provvedimento rientrante nell’ambito dei negoziati sulla Brexit secondo cui l’uscita del Regno Unito dall’Ue comporterà la modifica o addirittura la cancellazione di 40 anni di leggi della Unione Europea. È possibile che la regina Elisabetta, amante da sempre degli animali, non farà nulla per opporsi a una tale ingiustizia? Intanto divampano le critiche delle principali associazioni animaliste inglesi.

Ester Sbona

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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