Nelle ultime due settimane in Siria, è successo un qualcosa del tutto inaspettata. Un gruppo armato di siriani ha spinto molti altri gruppi e civili a ribellarsi alla dittatura di Bashar al Assad.
Bashar al Assad è il presidente siriano che governa da ben 24 anni, da quando ha ereditato il potere dal padre, Hazef. Il regime di Assad domina dal 1970, da quando appunto, il padre di Bashar prese il potere attraverso un colpo di stato.
Da allora la casata di Assad è stata una tra le più corrotte, Hafez e Bashar hanno reso il paese sotto una continua dittatura. Pur di rimanere al potere, hanno ucciso migliaia di persone. Dopo la morte del padre, ovviamente, Bashar mantiene solida la repressione che aveva gettato il padre anni prima sul paese.
Il 28 novembre dei gruppi armati hanno preso il controllo di diversi centri urbani con molta facilità, non avendo trovato nessun tipo di resistenza. Il loro obbiettivo principale non era quello di riprendersi la Siria ma era spostare la linea del fronte più in là, di modo che i territori controllati da Hts non fossero nel raggio dell’artiglieria del regime.
Questa operazione ha portato subito e con estrema rapidità alla conquista di Damasco e alla fine dell’oltre ventennale regime di Bashar al Assad. Il rapido crollo dell’apparato di sicurezza governativo ha mostrato tutte le debolezze del regime stesso, che è collassato a seguito dei coordinati attacchi dell’opposizione armata.
Nonostante il controllo territoriale di Assad, il regime non è riuscito a mantenere coese le proprie forze. La forte repressione esercitata sul popolo aveva portato, dopo la conquista di Damasco, un effetto contrario a quello che si aspettava. Il supporto popolare è venuto a mancare e si ha avuto un’intensificazione delle operazioni militari delle forze di opposizione.
Il fattore che ha causato la fine del regime è stata anche la mancanza di aiuti da parte del supporto estero, che in altre occasioni aveva aiutato il regime. Il Ministro degli Esteri della Federazione Russa ha confermato che la Russia avrebbe fornito il necessario supporto al regime, per poter respingere i ribelli. Nonostante le promesse fatte dal Ministro Lavrov, e le truppe situate a Latakia e Tartus, la Russia non ha fornito alcun supporto ad Assad, se non qualche bombardamento aereo all’inizio delle operazioni militari di HTS.
Se da una parte abbiamo le difficoltà da parte del regime ad avere supporto da parte della Russia, dall’altra parte le forze dell’opposizione HTS e SDF si erano già stabilite in varie aree del paese, e avevano già iniziato a istituire forme di governo che avevano rafforzato politicamente e militarmente i diversi gruppi armati.
Il momento cruciale per la ribellione è arrivato dopo la conquista di Damasco, che è avvenuta senza troppa resistenza da parte dei soldati del regime. Qui come era ovviamente già successo nelle città precedenti, sono avvenute molte rivolte da parte della popolazione. Molti soldati del regime hanno disertato, togliendosi la tenuta da militare e indossando abiti civili, unendosi alla causa popolare.
Giorno 8 dicembre Damasco viene ufficialmente conquistata, mettendo fine così alla dinastia Assad. Uno dei regime che era stato il più repressivo e violenti degli ultimi secoli.
Dopo la caduta del regime, quindi, il nuovo futuro politico della Siria inizia a prendere forma. Al-Golani, il cui gruppo ha guidato altri gruppi di opposizione nell’offensiva ha nominato l’ex primo ministro siriano Mohammed Ghazi al-Jalali per supervisionare le istituzioni statali e garantire la continuità dei servizi sociali fino al loro trasferimento.
Mentre Al-Jalali, che era stato il primo ministro, sotto il regime di Assad, è stato catturato. Da quel momento ha dichiarato di essere pronto a cedere il suo potere e di voler essere utile e collaborare con i ribelli. Come detto in alcune interviste Al-Jalali ha confermato che nessun siriano sarà danneggiato dai ribelli a causa del motivo religioso o culturale e ha chiesto elezioni libere ed eque che restituiscano il potere al popolo.
Come detto in precedenza il regime di Assad ha sempre ricevuto sostegno da parte della Russi e dell’Iran, poiché la Siria rappresenta un punto strategico sia per la Russia che per l’Iran. In quanto la Russia, che ha l’unico sbocco nel Mediterraneo tramite il porto di Tartus, e l’Iran che utilizza il Paese come corridoio per le sue alleanze regionali.
Quindi la caduta del regime porta il paese ad essere un bersaglio per gli interessi degli altri paesi, rischiando così di essere scomposta. Inoltre questa caduta rischia di favorire la nascita di gruppi estremisti islamici, che potrebbero aumentare le minacce internazionali.
Fonte Foto in Evidenza: repubblica.it
Morena Bonaccorsi
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