Viktoriia Roshchyna, giornalista freelance ucraina, è stata  torturata e uccisa in Russia, dopo essere stata arrestata nei territori occupati nell’agosto del 2023.

Aveva viaggiato nella regione per realizzare dei reportage. La Russia ha ammesso solo a maggio 2024 di averla arrestata; l’Ucraina ha confermato la sua morte nell’ottobre dello stesso anno.

Il suo corpo è stato restituito alla famiglia durante uno scambio di prigionieri il 14 febbraio 2025. Era etichettato come “maschio non identificato”, con il numero 757. Tuttavia, l’autopsia ha immediatamente chiarito si trattasse di una donna, mentre un test del DNA ha confermato fosse il cadavere di Roshchyna.

Secondo la Procura Generale ucraina, il corpo mostrava chiari segni di torture: abrasioni, contusioni, una costola rotta e possibili  elettroshock. Inoltre, un’autopsia russa aveva rimosso diversi organi, tra cui cervello, bulbi oculari e parte della trachea. Secondo un medico legale internazionale, questa assenza potrebbe essere stata deliberata per nascondere la causa della morte, forse dovuta a soffocamento o strangolamento.

Alla memoria della giornalista è stato dedicato il Progetto Viktoriia, un’iniziativa lanciata da Forbidden Stories insieme a testate internazionali come The Guardian, Washington Post, Le Monde e Der Spiegel, per fare luce sul suo caso e di molti altri ucraini detenuti nelle carceri russe.

Fonte Foto in evidenza: Ansa

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