Una missione strategica quella che attende Giorgia Meloni, giovedì 17 aprile, nello Studio Ovale per un incontro chiave con Donald Trump. Al centro del vertice, non solo la questione spinosa dei dazi commerciali, ma anche il rafforzamento del legame transatlantico e il ruolo che l’Italia può giocare da ponte tra Washington e Bruxelles.
L’obiettivo dichiarato è quello di sostenere le trattative tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, con Meloni nella veste di potenziale facilitatore. È quanto sottolineato dal ministro per gli Affari europei Tommaso Foti, secondo cui l’Italia punta a favorire “una linea di buonsenso”, lontana dalle posizioni più rigide espresse da Parigi e Bruxelles.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche i vicepremier Tajani e Salvini: la premier non rappresenterà interessi nazionali in contrapposizione con quelli europei, ma lavorerà in stretto contatto con Ursula von der Leyen, in una logica di coordinamento e sinergia.
Il bilaterale toccherà molti altri temi caldi della scena internazionale. Dalla guerra in Ucraina alle tensioni in Medio Oriente, passando per l’energia, la spesa per la difesa e la cooperazione militare. “Niente sarà semplice, ma l’Italia ha relazioni solide con entrambi i fronti”, ha commentato Matteo Salvini, sottolineando la delicatezza del momento.
In parallelo, Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi il premier norvegese Jonas Gahr Store, con cui ha condiviso una visione comune sul sostegno a Kiev e sull’importanza di fermare l’escalation russa. “Droni e bombe sui civili non possono essere ignorati”, ha dichiarato il leader norvegese.
Anche Bruxelles osserva con attenzione la trasferta americana di Meloni. La Commissione Europea ha confermato i contatti regolari tra von der Leyen e la premier italiana, ricordando che la competenza formale sui negoziati commerciali resta in capo all’Ue.
In Italia, mentre la maggioranza sostiene compatta la missione, l’opposizione resta vigile. Per Giuseppe Conte, “non devono arrivare solo commesse militari e gas Usa”, mentre Matteo Renzi ricorda che “è l’Ue a condurre il negoziato”. Più netto Riccardo Magi (+Europa): “Meloni eviti fughe in avanti”. Carlo Calenda liquida il dibattito come “polemiche ideologiche e sterili”.
Meloni, dal canto suo, sembra determinata a giocare un ruolo di equilibrio, convinta che, anche in tempi di incertezza globale, l’Italia possa ancora contare qualcosa nei grandi tavoli internazionali.
Fonte Immagine in Evidenza: agi.it
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