A fare le veci di Emmanuel Macron ci pensa l’Eliseo che in vista dell’atteggiamento taciturno di quest’ultimo nella serata di domenica, ci tiene ad affermare che “Macron aspetterà la “composizione” della nuova Assemblea nazionale per prendere le decisioni necessarie“.
Sempre l’Eliseo, più tardi ha dichiarato che “nel suo ruolo di garante delle nostre istituzioni, il presidente assicurerà che la scelta sovrana del popolo francese sia rispettata. La questione è se potrà essere formata una coalizione coesa per raggiungere i 289 deputati“, risultato standard per raggiungere la maggioranza. In seguito si ironizza anche sul fatto che il Centro sia più volte stato dichiarato “morto”, controbattendo a questa ipotesi con l’esempio della sua permanenza al potere per lunghi sette anni.
“Il presidente deve accettare la sconfitta e il primo ministro deve andarsene. Il presidente deve chiedere al Nuovo Fronte Popolare di governare“, affermazioni che giungono dal leader di La France Insoumise, Jean-Luc Melenchon, dopo la sconfitta definitiva di Macron.
Lo stesso Melenchon dichiara l’entusiasmo provato dopo aver ottenuto “il risultato che ritenevamo fosse impossibile“. A ciò, aggiunge la richiesta che “la volontà del popolo venga rigorosamente rispettata“.
Parole di entusiasmo arrivano anche dall’ex presidente socialista, Francois Hollande, vincitore nel suo collegio e quindi eletto all’Assemblea nazionale: “Ho deciso di candidarmi qui in Correze, dove ho sempre tratto la mia legittimità. Ho sentito che il mio dovere, nonostante le cariche che ho ricoperto, era quello di fare tutto il possibile per impedire all’estrema destra di andare al potere, ma anche di aprire un percorso di speranza“. Dichiara poi: “Non sono candidato per formare il nuovo governo”.
Più con i piedi per terra pare essere il leader socialista Raphael Glucksmann, il quale afferma “Dovremo imparare a discutere e a dibattere” dopo il successo della coalizione di sinistra, sottolineando la necessità di una “rivoluzione culturale” nel Paese.
A questo aggiunge che “i governi del 49,3 appartengono al passato“, insinuando l’esigenza di affrontare con maturità le conseguenze delle elezioni presidenziali.
“La situazione è insostenibile. Jean-Luc Melenchon diventerà primo ministro?“, domanda Marine Le Pen, leader del partito nazionalista, all’intervistatore di TFI.
L’esponente del Rassemblement National inoltre dichiara: “Ho troppa esperienza per essere delusa da un risultato che raddoppia il numero dei nostri deputati”.
“Se non fosse per questo accordo innaturale tra Macon e l’estrema sinistra, il Rassemblement National avrebbe la maggioranza assoluta” aggiunge.
Il più bello arriva con le affermazioni di Bardella, arrivato a queste elezioni come premier “in prectore”, il quale afferma con rabbia di fronte alla stampa che “un’alleanza del disonore ha gettato la Francia tra le braccia dell’estrema sinistra di Jean-Luc Melenchon“.
A questo, controbatte che comunque il suo partito è stato “il primo nella stori ad ottenere la percentuale più importante”, affermando pertanto che “si tenterà di restituire ai francesi il potere che non è fine a se stessi e in questo il Rassemblement National è il partito più idoneo“. Ancora: “Stasera è caduto un mondo vecchio e nulla può fermare un popolo che ha ricominciato a sperare. Il suo impegno – ha poi concluso – andrà avanti fino alla vittoria”.
Intanto oggi avverranno le trattative per la nascita del nuovo governo: raccomandazioni e incoraggiamenti arrivano dai partiti di sinistra in vista degli ostacoli posti dai veti annunciati dalle varie forze politiche, che vedrebbero “l’Assemblea nazionale divisa”.
L’ex premier e leader di Horizons (partito della coalizione macronista), Edouard Philippe, ha di recente fatto sapere “la necessità per il partito di centro di fare un accordo senza compromessi escludendo le altre due forze rivali, NFP e RN“.
“La maggioranza dei francesi non vuole dare il potere al RN e ne sono felice. Nemmeno il Nuovo fronte popolare, alleanza elettorale eterogenea, ha la maggioranza, malgrado ciò che dice Jean-Luc Melenchon”. Afferma infine che “lo scioglimento dell’assemblea nazionale ha portato a una grande incertezza che costituisce un pericolo che nessuno dovrebbe sottovalutare“.
Fonte immagine in evidenza: adnkronos.com
Marina Zambito
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Ciao a tutti, io sono Marina e ho 21 anni. Mi piace definirmi come persona curiosa e anche un po’, ma leggermente, chiaccherona. Amo prendermi cura dei dettagli e se ve lo steste chiedendo, sì..sono piuttosto perfettina, ma non troppo esagerata. Con questa esperienza mi auguro di fare qualcosa di buono soprattutto per voi e, in fondo, anche per me stessa. Adesso, non resta che sperimentare. Buon divertimento a noi!