Litvinenko ieri, Kuciak e Kušnírová oggi. Quanti giornalisti e reporter investigativi ancora dovranno essere assassinati all’interno dell’Unione Europea prima che le istituzioni possano dimostrarsi davvero efficienti nel porre fine alla corruzione ormai sempre più dilagante in Europa? La rabbia intanto è sfociata nella piazza di Bratislava. In Slovacchia più di 30 mila persone hanno espresso il loro dissenso, in 50 città del Paese, in occasione di diverse manifestazioni organizzate da gruppi di attivisti locali per dire no alla corruzione e per reclamare un nuovo governo, uno Stato di diritto più forte e una maggiore autonomia delle istituzioni slovacche.
A tal proposito, a scatenare la rabbia del popolo slovacco che chiede oggi “più Europa” è stata la corruzione del governo che ha portato alla attuale crisi di consenso del partito di governo slovacco di Robert Fico, ormai ex Premier dopo le dimissioni del 15 marzo, al potere da più di dieci anni con il partito populista socialdemocratico Smer, con il quale è riuscito a perpetrare numerosi scandali e conflitti d’interesse senza che nessuno dei componenti del partito fosse mai sottoposto a indagine, così come riportato di recente da Internazionale. Si tratta di un vero e proprio declino del presidente e a conferma di ciò, e in generale dell’ormai inarrestabile calo dei consensi verso il partito di governo, viene da un riassunto dell’Economist, secondo il quale «solo sei delle oltre 800 persone processate e condannate per corruzione dal 2012 erano funzionari pubblici, e tra questi la persona con il grado più alto era un sindaco di una città con meno di duemila abitanti. Questi numeri non possono che condurre a un crollo nel consenso per il partito di governo».
Certamente il declino del presidente Fico, un politico molto amato dalla gente, il quale alle ultime elezioni del 2012 era riuscito a fare ottenere la maggioranza assoluta alla propria coalizione di centrosinistra, fa riflettere su quale scenario politico si possa prevedere per il 2020 in Slovacchia e nel resto dell’Europa centrale e orientale.
Ester Sbona
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