Dopo il Black Lives Matter, nasce il Blue Lives Matter. Un movimento che fa leva sulle difficoltà dei poliziotti, che vivono in modo, o meno, simile rispetto alle persone afroamericane. Ma che differenza c’è tra i due movimenti?
Come ogni corrente di pensiero, anche quello in difesa degli afroamericani, può generare un suo opposto. In questo caso si parla del Blue Lives Matter, dove il nome Blue sta a indicare il colore delle divise delle forze dell’ordine locali.
Questa idea è nata dagli oppositori del Black Lives Matter che vogliono sottolineare quelle che sarebbero le difficoltà dell’essere poliziotto. E come ogni agente in divisa, essere poliziotto ha i suoi pregiudizi ed etichette. Il BlueLM vuole evidenziare così che essere poliziotti è difficile quanto essere una persona di colore. Nessuno può in effetti negare che chi veste una divisa è, potenzialmente, ogni giorno un soggetto a forte rischio.
Matt Bernstein, conosciuto meglio come @mattxiv, è un attivista e influencer conosciuto per il suo impegno nel sostenere il movimento LGBT, con il supporto di oltre 400 mila follower sui social. Mattxiv ha dato la sua spiegazione di quanto incoerente sia il BlueLM. Le due osservazioni sono molto lineari.
La prima è che le persone non nascono in divisa. Mentre una persona di colore deve affrontare gli stereotipi del razzismo dal primo giorno di scuola, dal primo giorno di lavoro o dalla prima parola. I poliziotti no. Anzi, essendo un mestiere, Bernstein sottolinea la differenza fra l’essere poliziotto e l’essere afroamericano, ovvero che il primo è una scelta e il secondo no.
La seconda osservazione è che non c’è alcuna base storica per sostenere che ci siano forme di oppressione nei confronti della polizia. A differenza del razzismo in America, particolare nella sua struttura perché sistematico a livello sociale, l’essere poliziotto non prevede un’esclusione sociale nei quartieri, ma al limite dai quartieri. Le persone che sono emarginate e costrette a vivere nel più losco e povero quartiere di New York, solitamente, sono di colore, ispanici o bianchi con problemi economici al pari dei primi due “gruppi”. Tutti soggetti che preferiscono vivere lontane dalla polizia. Quest’ultima un’istituzione famosa per avere un pessimo rapporto contro i gruppi di ragazzi di colore.
Si è generata così una catena di pregiudizi che ha portato i poliziotti ad avere i loro avvocati difensori, ma con scarsa logicità. Le parole di Bernstein vanno a confermare che il Blue Lives Matter, per quanto possa avere anche delle premesse giuste e valide, non è coerente nella sua applicazione. La polizia ha ben altri problemi, molto più gravi, per il quale il Blue Lives Matter avrebbe davvero senso di esistere, come i salari troppo bassi che sono appena del 23% di spese in positivo rispetto al tenore di vita di una città come Chicago.
Davide Zaino Pasqualone
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Nasce in Abruzzo nel 1998 in un paesino così noioso, isolato e bigotto da convincerlo, all’età di 18 anni, a fuggire a Bologna. Una volta iniziata l’università si innamorerà del fotogiornalismo. È un amante dello sport, della cultura, della filosofia, della fotografia e dei tatuaggi, potrebbe riassumere le sue idee in una frase poetica e colta, ma gli è sufficiente un semplice “Vivi e lascia vivere“