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Elezioni in Romania: chi è George Simion?
07 Maggio 2025
Best politik

Elezioni in Romania: chi è George Simion?

Home » Best politik » Elezioni in Romania: chi è George Simion?

 

George Simion, leader del partito di estrema destra Fondatore dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur), ha stravinto il primo turno delle elezioni presidenziali della Romania, avendo raccolto ben 40% dei voti totali, mentre il suo avversario più diretto che ne ha raccolte solo 20%. Un risultato clamoroso dopo che le elezioni annullate lo scorso anno.

“Oggi il popolo rumeno ha parlato. È ora di farsi sentire, nonostante gli ostacoli, nonostante le manipolazioni. I rumeni si sono sollevati, annuncia Simion dopo la sua vittoria stravolgente.

L’emittente nazionale Stirile ProTv ha diffuso anche la reazione di Crin Antonescu, il candidato filo-europeo “La democrazia significa battaglia, la vittoria non viene decisa dai primi risultati degli exit-poll“.

Ma la vittoria di Simion non è inaspettata come sembra, i sondaggi lo davano come preferito al ballottaggio contro il sindaco di Budapest Nicusor Dan e il già citato Crin Antonescu. In oltre a causa dell’interruzione delle scorse elezioni in Romania è forte il sentimento anti-establishment, alimentato dal costo della vita ,dalla sempre più grande disparità economica, dal forte deficit di bilancio e dall’economia stagnante.

Questo tipo di malcontento è stato storicamente usato per rafforzare il sostegno a figure nazionaliste e di estrema destra come Georgescu, e ora il suo successore Simion.

Ma l’obbiettivo finale di Simion è riportare il decaduto leader Călin Georgescu, suo mentore, in auge e in una posizione di leadership.

“In una democrazia, si lascia decidere il popolo. Quindi, come presidente, posso cambiare i membri della Corte Costituzionale, i membri dei servizi segreti, in modo da garantire elezioni eque e da fungere da mediatore per trovare la maggioranza in parlamento. Ecco come possiamo pensare di averlo come primo ministro“.

Nel frattempo tra i primi a complimentarlo della vittoria troviamo Matteo Salvini su X:

🇷🇴 Ieri hanno votato i rumeni e la comunità rumena in Italia ha dato un segnale forte: oltre il 70% ha sostenuto George Simion, il candidato vincente.
Spero che nessuno osi più interferire con la democrazia in un Paese membro dell’Unione Europea. Fermare le elezioni a urne aperte… pic.twitter.com/zSRg9CQcAv

— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) May 5, 2025

La controversa elezione di novembre

Per capire meglio la situazione politica in Romania bisogna prima spiegare cosa è successo nelle scorse elezioni. Lo scorso 24 novembre, furono annullate le elezioni che hanno visto il filo-russo nazionalista Georgescu vincitore, per sospetto di intromissioni da parte del Cremlino.

In oltre la sua candidatura è stata respinta dalla commissione elettorale di Bucarest (Bec) con 10 voti a favore e 4 contrari. La (Bec) ha chiarito che all’origine della esclusione di Georgescu dalla corsa alla presidenza( che include la partecipazione alle elezioni del 4 maggio) c’è proprio la precedente decisione della Corte Costituzionale: “È inammissibile che, quando si ripetono le elezioni, si consideri che la stessa persona soddisfi le condizioni necessarie per accedere alla presidenza”.

“Un colpo diretto al cuore della democrazia mondiale! L’Europa ora è una dittatura, la Romania è sotto la tirannia” ha commentato Georgescu al riguardo.

Questa decisione controversa ha riscosso sdegno da parte di svariati leader e partiti europei di destra fino a raggiungere pure gli Stati Uniti d’America, dove il vicepresidente JD Vance che accusò le autorità rumene di piegarsi a informazioni fragili e pressioni estere.

Ma chi è George Simon?

George Simion, nato nel 1986, è il Fondatore dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur), partito nazionalista creato nel 2019, ha fondato la sua carriera su posizioni euroscettiche e anti-Nato. Famoso per come attivista per la riunificazione con la Moldavia, attivismo a causa del quale gli è costato il divieto di ingresso in entrambi i paesi limitrofi: Moldavia e Ucraina.

Famoso per le sue posizioni radicali, Simion ha goduto di una rapida ascesa politica: alle elezioni europee del 2019 ottenne solo l’1,3% dei voti, ma già nel 2020 il suo partito conquistò il 9% alle parlamentari, per poi raddoppiare al 18% nelle elezioni del 2024.

Questa rapida scalata mette in luce l’abilità di Simion di incanalare la rabbia del popolo e galvanizzare la massa di un paese da tempo in crisi. Ma forse il contributo più grande al suo successo è la sua strategia comunicativa poco ortodossa basata su TikTok grazie al quale è riuscito a conquistare i giovani rumeni.

Nel 2022 fa del suo matrimonio un teatro politico: una cerimonia stile “tradizionale” in un resort di lusso a Maciuca, un piccolo villaggio. Si rifà a Corneliu Zelea Codreanu fondatore tra del primo movimento legionario romeno, ultranazionalista e antisemita. ha invitato tutta la romania offrendo passaggi in autobus gratuiti, oltre 12mila persone si sono presentate al matrimonio, e chi era presente ha parlato bene di Simion e della sua accoglienza. Questo stunt gli ha valso grande favore tra le masse, costruendo un personaggio publico vicino al popolo.

Simion ha più volte definito il suo partito “trumpiano” e ideologicamente vivcno ai Maga. Nel gennaio 2025 è stato eletto vicepresidente del Partito dei conservatori e riformisti ruropei (Ecr), lo stesso gruppo politico di cui fa parte Fratelli d’Italia e del quale Giorgia Meloni era a capo.

 

Attacchi hacker durante le elezioni

Bisogna però tenere a mente che l’interferenza russa non è da escludere nemmeno in questa elezione: nel giorno del primo turno presidenziale, degli hacker filorussi hanno lanciato un cyberattacco contro siti governativi e del candidato della coalizione di governo Crin Antonescu.

Il gruppo che si fa chiamare NoName057(16) , noto per attacchi filo russi in  Polonia, Lituania, Italia. ha rivendicato l’attacco su Telegram . Le autorità romene hanno confermato ufficialmente l’attacco.
Dopo poco, secondo quanto comunicato dal Direttorato Nazionale per la Sicurezza Cibernetica, i siti dei ministeri degli Interni e della Giustizia sono tornati pienamente operativi.

 

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