I Carabinieri di Modica hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari a carico di tredici soggetti, emessa dal GIP di Ragusa su richiesta della locale Procura, per detenzione e spaccio di droga.
L’attività investigativa aveva preso avvio dall’incessante controllo del territorio che aveva permesso di ricostruire diversi episodi di cessione di stupefacenti avvenuti a Modica e Scicli, a partire dal maggio 2019 e fino ai primi mesi del 2020. I militari dell’Arma avevano compreso di trovarsi di fronte a due definiti gruppi di azione che mettevano in atto un florido mercato di scambio di cocaina, hashish e marijuana ed erano formati sia da italiani che da cittadini extracomunitari. L’indagine dei Carabinieri si è avvalsa per oltre sei mesi di attività d’intercettazione telefonica ed ambientale nonché di tradizionali attività di monitoraggio, osservazione e pedinamento.
Così, sono stati eseguiti diversi arresti in flagranza, recuperi e sequestri di stupefacenti e segnalazioni amministrative degli assuntori in Prefettura.
Il florido mercato della droga su Scicli faceva capo ad un’anziana donna, già nota alle forze dell’ordine, di origini palermitane, ma da anni operante a Scicli. La donna, infatti, si è avvalsa per lo smercio della droga di soggetti sciclitani e di alcune donne legate a questi ultimi. Le cessioni di stupefacente avvenivano in tutte le fasce orarie della giornata e spesso avvenivano in luoghi concordati o, addirittura, al domicilio degli assuntori (un vero e proprio delivery).
L’operazione dell’Arma ha permesso di far luce anche sul vivace traffico e spaccio di stupefacenti che avveniva a Modica, ove due fratelli di origine marocchina, insieme ad altri soggetti che li collaboravano, si occupavano quotidianamente di rifornire diversi tossicodipendenti sia di cocaina che di hashish. Anche nel versante modicano la droga veniva portata personalmente a richiesta dei vari clienti. Gli indagati, inoltre, hanno costantemente adottato la tecnica di portare con sé piccole quantità di droga, al fine di sfuggire ad eventuali controlli di polizia, potendo giustificare il possesso con l’uso personale. Le difficoltà dell’indagine sono state legate anche al frequente uso di un linguaggio criptico da parte dei soggetti osservati, che tentavano anche di sfuggire a controllo e pedinamento non portando con sè i cellulari.
L’operazione è stata messa in atto da circa 50 militari della Compagnia di Modica e delle Compagnie di Ragusa, Vittoria, Cammarata (AG) e Gravina di Catania, con l’ausilio di un elicottero del 12° nucleo elicotteri di Catania e unità cinofile del Nucleo di Nicolosi.
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