Buone notizie dal mondo sul fronte dei diritti umani. Lo scorso 24 settembre, il Kazakistan ha ufficialmente abolito la pena di morte, aderendo al secondo protocollo del Patto Internazionale sui diritti civili e politici: a sancire il provvedimento la firma di Kairat Umorov, rappresentante del paese presso le Nazioni Unite. La notizia è stata riportata per prima dalla Trend News Agency, per poi essere successivamente diffusa nel nostro paese da Nessuno Tocchi Caino e Amnesty International Italia. La notizia è stata inoltre commentata positivamente da Daniel Höltgen, portavoce del Consiglio d’Europa:
“Questa firma allarga la famiglia di nazioni che credono che la morte non sia giustizia.”, ha dichiarato il diplomatico, dopo aver già commentato l’accadimento sul proprio profilo Twitter. Quando la legge sarà ratificata, infatti, il Kazakistan diverrà il 107° paese del mondo ad abolire completamente la pena capitale.
Il provvedimento fa parte di un pacchetto di riforme che il paese sta progressivamente approvando nel contesto di un processo di modernizzazione e occidentalizzazione (un progetto simile a quello perseguito dal Sudan sotto la guida del premier Abdalla Hamdok). In fase di sviluppo, ad esempio, una nuova legge elettorale che favorisca la partecipazione di donne e giovani alla vita politica, con l’introduzione obbligatoria di un quota del 30% di donne e giovani sotto i 29 anni all’interno delle liste elettorali.
Il grande risultato ottenuto dal paese centro-asiatico è il frutto di un lungo processo di modifiche legislative. Il 17 dicembre 2003, l’allora presidente Nursultan Nazarbayev aveva introdotto una moratoria sulla pena capitale: in quello stesso anno è infatti stata eseguita l’ultima condanna capitale registrata dal paese. Nel 2007, un emendamento costituzionale aveva limitato l’applicazione della pena di morte ai soli reati di terrorismo e ai crimini di guerra. La decisione di aderire al protocollo internazionale era già stata annunciata dal presidente in carica Kassym Jomart Tokayev nel corso del Dibattito Generale della 75a sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu, apertasi lo scorso 15 settembre, con l’obiettivo dichiarato di “realizzare il diritto fondamentale alla vita e alla dignità umana.”
Agata Virgilio
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