Un unico provvedimento che lega sicurezza e immigrazione, ma raccoglie anche tante critiche
È stato presentato ieri, dopo il rinvio di giovedì, in Consiglio dei Ministri il Decreto su sicurezza e immigrazione. Come annunciato nei giorni scorsi dal Ministro degli Interni Matteo Salvini, i due temi sono stati raccolti in un unico provvedimento al fine di semplificare e rendere più veloce l’esame parlamentare delle norme. Partendo dalla questione immigrazione, punto nodale della campagna elettorale leghista e tutt’ora al centro del lavoro del Viminale, il dl prevede innanzitutto un raddoppio dei tempi di soggiorno dei migranti nei Centri di permanenza per il rimpatrio, che attualmente vanno fino a sei mesi, e l’abrogazione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari. Quest’ultimi verranno quindi sostituiti, ad esempio, con permessi per meriti o per cure mediche. Ampliati anche i reati che, in caso di condanna definitiva, causano la revoca del permesso di rifugiato. Sono stati aggiunti la violenza sessuale, la violenza a pubblico ufficiale, lo spaccio di droga, la rapina e l’estorsione.
È stata inserita anche l’esclusione del gratuito patrocinio nei casi in cui il ricorso sia dichiarato improcedibile o inammissibile. Ciò significa che, nel caso in cui un migrante faccia ricorso contro il diniego e il tribunale lo dichiari inammissibile, le spese processuali non sono più a carico dello Stato. Con il decreto si revoca la protezione umanitaria ai cosiddetti “profughi vacanzieri”, ossia coloro che rientrano nel paese di origine dopo aver presentato la richiesta di asilo. Si riservano, inoltre, i progetti di inclusione sociale esclusivamente ai minori non accompagnati e ai titolari di protezione internazionale. Verranno, infine, stanziati 500 mila euro durante il 2018 e 1,5 milioni di euro rispettivamente nel 2019 e nel 2010 per il Fondo rimpatri, istituito presso il Viminale.
Per quanto riguarda la sicurezza, il decreto prevede un potenziamento degli organici dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alle mafie, con una maggiore flessibilità relativamente a questi ultimi. I beni sequestrati ai clan, che però non saranno funzionali ad un utilizzo sociale, potranno, infatti, essere messi sul mercato e venduti. Contro le occupazioni di immobili ci sarà un inasprimento delle sanzioni verso chi favorisce l’invasione di terreni e edifici e di chi compie il fatto armato, con pene fino a 4 anni e multe che andranno dai 206 a 2.064 euro. Nei progetti del Viminale vi è, inoltre, l’attuazione di un piano nazionale per la prevenzione e il contrasto delle occupazioni degli immobili.
In tema di antiterrorismo è prevista una stretta sul noleggio di camion, furgoni o qualsiasi veicolo che potrebbe essere utilizzato per compiere attentati terroristici. Viene, poi, esteso il daspo urbano per i sospettati di avere a che fare con il terrorismo internazionale, coerentemente alla possibilità, per la polizia locale, di accedere alla banca dati delle forze di Polizia. È stata inserita nel decreto anche l’opportunità di sperimentazione di armi a impulsi elettrici, il Taser, anche per il personale della polizia municipale nei comuni con più di 100mila abitanti.
Francesca Santi
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