Tra qualche mese la Germania sarà chiamata al voto, un voto che sarà certamente influenzato dall’incertezza della pandemia, dalla massiccia campagna vaccinale e dagli aiuti economici. Paradosso però vuole che l’incertezza più grande derivi dal futuro cancelliere tedesco.
Angela Merkel non sarà più Cancelliera della Germania, una notizia che oramai conosciamo tutti, a cui bisogna prestare però la massima attenzione.
Insomma, cosa interessa a noi italiani delle elezioni federali della Germania? Tanto, tantissimo, soprattutto in chiave europea.
L’Europa – tra alti e bassi – ha visto diversi governi susseguirsi, ma i governi di Angela Merkel sono forse quelli che più di tutti hanno influenzato, nel bene o nel male, le politiche europee. Per tali motivi, le elezioni di settembre vedranno la Germania osservata speciale da parte di tutta Europa. Nessuno nasconde una certa preoccupazione circa gli esiti, ma quello che tutti si chiedono è: come sarà l’Europa del dopo Angela Merkel? C’è chi auspica continuità e chi invece, sull’onda della crisi pandemica, auspica una svolta che metta la parola fine a politiche di austerità che portino l’Europa ad uscire dalla stagnazione e da un serpeggiante euroscettiscismo.
Tra apprezzamenti e critiche, Angela Merkel ha saputo muoversi abilmente sullo scacchiere della Germania e quello dell’Europa, si è trovata a dover fronteggiare la crisi economica e le continue tensioni europee.
Sono passati ben 16 anni dalla sua prima volta al Palazzo della Cancelleria federale a Berlino. L’Italia non era ancora campione del mondo per la quarta volta e You Tube era appena nato: era il lontano 2005, l’anno del primo mandato di Angela Merkel. Ne sarebbero seguiti altri tre, per un totale di quattro mandati ininterrotti.
Il partito della Cancelliera Angela Merkel ha subìto fortemente la sua influenza. La CDU (Unione Cristiano – Democratica) ha infatti trionfato costantemente in tutta la Germania, dando così un’ulteriore prova del carisma e delle capacità della Cancelliera. Il 26 settembre 2021 si terranno le elezioni federali, ma qual è oggi la situazione partitica? Scopriamolo insieme.
Partiamo dal partito dell’uscente Cancelliera, la CDU, che vive forse il suo peggior momento. Il partito è stato infatti travolto dallo scandalo chiamato Maskenaffäre (scandalo delle mascherine), in cui alcuni deputati hanno dovuto dimettersi. Inoltre, la gestione della pandemia e la continua incertezza non favorisce i cristiano-democratici. A questo si aggiungono poi i disastrosi risultati elettorali delle recenti elezioni regionali, dove il partito di governo perde 7-8 punti percentuali, arretrando in maniera consistente in tutta la Germania.
La CDU, recentemente, ha lanciato il suo nuovo candidato alla cancelleria: Armin Laschet. Laschet, già presidente del Land della Renania Settentrionale-Vestfalia, molto conosciuto in Germania ed è considerato più europeista della stessa Angela Merkel. È molto attento alle istanze ambientaliste, il che lo rende molto amico del partito dei Verdi.
Altro tema importante è quello dell’immigrazione. Laschet è un liberale che ha sottolineato spesso i diritti dei migranti, non sono mancate nemmeno sue visite in alcuni campi profughi.
Sul fronte dei diritti civili, fanno discutere alcune sue dichiarazioni secondo cui il matrimonio è una relazione tra un uomo ed una donna.
Per quanto riguarda invece le relazioni internazionali, Laschet è per una riconciliazione con Mosca e Pechino, nonostante le distanze sui diritti umani.
A sinistra troviamo l’SPD (Partito Socialdemocratico di Germania). L’SPD è stata ben tre volte alleata dei governi Merkel, che però non ha giovato in termini elettorali. Il partito vede infatti un costante arretramento: nel 2005 l’SPD si attestava al 35%, oggi invece supera a malapena il 20%.
Candidato Cancelliere dell’SPD è Olaf Scholz, attuale Vice Cancelliere e Ministro delle finanze. Viene considerato maestro del compromesso e abile calcolatore, ma è al contempo ritenuto un pessimo comunicatore per via della sua eccessiva sicurezza.
Ovviamente europeista, ha un programma che verte sul reagire alla pandemia, sul lavoro e sul problema dei cambiamenti climatici.
Per l’SPD un ritorno al governo da protagonisti appare difficile, ma non impossibile. In base ai risultati, l’SPD aprirebbe le porte per un possibile governo di coalizione con i Verdi e “Die Linke” (partito di sinistra).
Il partito che invece vive un ottimo momento sono i Grünen (i Verdi). Freschi dell’ottimo risultato in due Land, i Verdi saranno sicuramente presenti nel prossimo governo. La loro presenza sarà sicuramente determinante, tant’è che non si esclude un cancellierato da parte dei Verdi. Proprio qualche settimana fa il partito ha presentato la giurista Annalena Baerbock, professionista della politica, che però, al contrario degli avversari, non vanta nessuna esperienza di governo.
Il programma dei Verdi pone l’accento sulle questioni ambientali come i cambiamenti climatici e l’eliminazione del carbone entro il 2030. Attenta alla questione immigrazione, Annalena Baerbock, chiede una giusta distribuzione dei migranti.
Importante anche il tassello sulle relazioni internazionali. I Verdi, infatti, puntano ad un rafforzamento dell’Unione Europea per evitare il rafforzamento di stati come Cina, Russia e Turchia, definiti autoritari.
Gli altri partiti come i liberali dell’FDP e la sinistra “Die Linke”, possono solo sperare di trarre un qualche vantaggio elettorale per provare ad entrare in una qualche coalizione. Nulla da fare invece per il partito “alternativa per la Germania” AFD che, a prescindere dal risultato, non potrà sperare in nessuna colazione. Il partito, infatti, è escluso da qualsiasi alleanza, viste le sue posizione estreme.
I tre sopracitati partiti sono in lizza per governare la Germania per i prossimi quattro anni, ma non solo. L’importanza delle elezioni tedesche si abbatte prepotentemente sull’Unione Europea, già ferita dalla Brexit e indebolita dalla pandemia. Insomma, il processo di integrazione europea passa ancora una volta dalla Germania, chi raccoglierà il vuoto di leadership lasciato da Angela Merkel? Vedremo l’asse franco – tedesco vacillare? Non ci resta che aspettare.
Benito Rausa
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