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Da orfano a bimbo conteso: la storia di Eitan
14 Settembre 2021
Best politikInternaSocietasAttualitàTorino

Da orfano a bimbo conteso: la storia di Eitan

Home » Best politik » Da orfano a bimbo conteso: la storia di Eitan

Da orfano a bimbo conteso: è la storia di Eitan, unico sopravvissuto della strage del Mottarone. Oggi Eitan è al centro della battaglia legale tra Shmuel Peleg, il nonno materno e la zia paterna, tutrice legale del piccolo.

Infatti, la zia affidataria di Eitan, ha denunciato alla polizia il rapimento del bambino, dichiarando davanti casa a Pavia con a fianco i suoi legali che: «Il nonno materno è stato condannato per maltrattamenti in famiglia nei confronti della sua ex moglie, la nonna materna, e tutti i suoi appelli sono stati respinti in 3 gradi di giudizio». Per questo la zia Aya Biran chiede «anche alle autorità israeliane di guardare in profondità nelle cartelle cliniche pubbliche e non private per scoprire la verità sullo stato di salute mentale e fisico della zia materna, di guardare le pregresse gravi condanne nei confronti del marito attuale della nonna materna» Poi, conclude: «Con questi presupposti è impossibile che l’autorità israeliana possa prendere in considerazione le richieste di adozione o affidamento avanzate dalla famiglia materna».

Aya Biran ha poi fatto il punto sui trattamenti medici che sta seguendo il piccolo Eitan. Spiega, dunque, che: «ora è seguito da un fisiatra e da uno psicoterapeuta e questi trattamenti devono continuare in modo regolare, vanno garantiti, in settimana ci sono due visite programmate per lui, unaa  Pavia e una a Torino».

L’accusa mossa al nonno materno: sequestro di persona aggravato

Smhuel Peleg, il nonno materno che avrebbe rapito il piccolo Eitan, è indagato a Pavia per sequestro di persona aggravato.  Il bimbo di 6 anni, è stato vittima di un presunto rapimento due giorni fa che lo ha ri-portato in Israele con un volo privato, partito probabilmente dalla Svizzera. Avrebbero dovuto trascorrere insieme il pomeriggio di sabato. Il nonno non lo ha più riportato a casa. Inoltre, a dispetto di quanto impostogli dal Giudice tutelare, ha trattenuto con sé il passaporto del nipotino che avrebbe dovuto restituire.

Intanto, gli avvocati del nonno giustificano così il suo operato: «È stato estromesso dagli atti e dalle udienze che riguardavano Eitan. Quindi, è preoccupato dalle condizioni di salute. Così, ha agito d’impulso. Ci impegneremo – continuano – perché vengano riconosciuti i diritti della famiglia materna, dopodiché confidiamo che Shmuel ritorni ad avere fiducia nelle istituzioni Italiane e agiremo in tal senso».

Due versioni dei fatti, due versione opposte, come spesso in questo casi accade. Al centro, un bambino che ha aperto gli occhi senza la sua mamma e il suo papà, persi mentre salivano verso la cima di un monte da cui il mondo sarebbe apparso più bello. Dove sta la verità?
«Le azioni di prepotenza sono sempre sbagliate – chiariscono gli avvocati del sign. Samhel – però mettiamoci nei panni di un signore che in terra straniera perde 5 familiari tragicamente, al quale i medici non parlano e gli avvocati dicono che il procedimento civile di tutela di Eitan è stato fatto in modo sommario».Le autorità israeliane dovranno probabilmente fare di tutto affinché  il piccolo Eitan Birain, unico sopravvissuto della sua famiglia nella tragedia del Mottarone, torni in Italia.

«Stiamo accertando l’accaduto per poi intervenire». Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha risposto ai giornalisti a proposito delle prossime iniziative del Governo sulla vicenda di Eitan, parlando a margine di una manifestazione elettorale M5s a Sulmona, in Abruzzo.

L’incidente sulla funivia Stresa-Mottarone

Era il 23 maggio, la zona bianca restituiva la voglia di socialità e di respirare l’aria pura dei monti. La funivia del Monte Mottarone, che dal versante piemontese del lago Maggiore sale fino ai 1.491 metri però, precipita provocando quattordici morti. L’unico sopravvissuto è proprio il piccolo Eitan.

Qualche giorno dopo la terribile scoperta: la procura accusa Gabriele Tadini, capo servizio della funivia di Mottarone, Enrico Perocchio e Luigi Nerini, rispettivamente direttore di esercizio e amministratore di Ferrovie del Mottarone, di aver inserito volontariamente i blocca freni. La manutenzione costava cara e bloccare l’impianto proprio quando il turismo intravedeva la luce, non conveniva. Così, 14 vite si sono spezzate insieme alla fune che non ha retto il peso di tanta cattiveria.

Maria Giulia Vancheri

 

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Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.

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Maria Giulia Vancheri

About Maria Giulia Vancheri

Maria Giulia, che in una parola si definisce logorroica, è una studentessa 24enne di giurisprudenza, a Catania. Dopo anni passati sui libri ha pensato bene di iniziare a scrivere per non infastidire più chi non volesse ascoltare le tante cose che aveva da dire. Riconosce di essere fashion… ma non addicted. Ama il mare e anche durante la sessione estiva non rinuncia alla sua nuotata giornaliera, che le rinfresca il corpo e i pensieri.
Crede fermamente che chi semina amore, raccolga felicità

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