Tornano a preoccupare il mondo le ultime dichiarazioni del leader nordcoreano Kim Jong Un: secondo quanto riportato lo scorso sabato dall’agenzia ufficiale KCNA (Korean Central News Agency), infatti, il dittatore avrebbe annunciato il completamento del piano per l’acquisizione di un sottomarino a propulsione nucleare nell’arsenale di Stato, nel contesto di una generale implementazione dell’armamentario nucleare del Paese.
Mostrandosi per la prima volta in alta uniforme militare (e senza mascherina, per sostenere la tesi che la pandemia non abbia raggiunto il suo Paese), il leader nordcoreano avrebbe dato l’annuncio durante l’Ottavo Congresso del Partito dei Lavoratori, la più importante riunione del Partito del Lavoro di Corea:
“niente sarebbe più sciocco e pericoloso che non rafforzare instancabilmente la nostra potenza e avere un atteggiamento accomodante in un momento in cui vediamo chiaramente che le armi all’avanguardia del nemico vengono aumentate più che mai,” sarebbero state le inequivocabili parole del Presidente in carica.
Nella stessa occasione il capo di Stato avrebbe lanciato una nuova invettiva contro gli USA, scossi dalla pandemia e dai fatti di Washington, indicandoli come “il più grande nemico” del suo Paese e “il principale ostacolo allo sviluppo della rivoluzione”. Avrebbe poi fatto riferimento al neo-eletto presidente Joe Biden e al suo imminente insediamento, sostenendo che la politica statunitense non cambierebbe nella sua essenza “indipendentemente da chi è al potere” ed esortando la Presidenza a ritirare le sanzioni internazionali.
Al momento la Corea del Nord rappresenta a tutti gli effetti una potenza nucleare, avendo dato inizio al suo programma nucleare civile già dall’inizio degli anni Sessanta. Secondo le stime più accreditate, nel 2020 il paese possedeva circa 30-40 armi nucleari e una produzione di materiale fissile sufficiente per l’utilizzo di 6-7 armi all’anno. Nel 2003 era avvenuto il ritiro dal Trattato di non proliferazione nucleare, sottoscritto nel 1985. Nel 2017, inoltre, il Paese spaventò l’Occidente con una serie di test missilistici condotti a distanza ravvicinata. Sembra ormai già lontano lo storico accordo di denuclearizzazione raggiunto solo nel 2018 tra Kim Jong Un e Donald Trump, per un mondo che si avvia ad affrontare nuovamente lo spettro di una guerra nucleare (come già avvenuto all’inizio dello scorso anno in occasione delle tensioni USA-Iran).
Agata Virgilio
Fonte immagine: Corriere della Sera
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