L‘uscita di scena del Regno Unito dall’Unione Europea potrebbe innescare l’effetto “boomerang” nel Vecchio Continente. I leader di tutte quelle formazioni politiche che da tempo predicano il verbo dell’euroscetticismo adesso chiedono a gran voce consultazioni popolari per fare in modo che siano i cittadini a scegliere il destino dell’Europa unita, passando inevitabilmente dalle urne.
Partendo dalla Francia, dove il Fronte Nazionale in questo momento viaggia sul 30% dei consensi elettorali, Marine Le Pen non si nasconde dietro un dito e “indica” chiaramente la poltrona dell’Eliseo in vista delle elezioni presidenziali, previste nel 2017. Già nel 2013 la leader del Front non escludeva la possibilità di un referendum per decidere la permanenza della Francia nell’Unione. In caso di vittoria elettorale la Le Pen fa sapere che intende avviare le procedure per una consultazione. Gli fa eco dall’Olanda Geert Wilders, suo alleato in Parlamento europeo e leader di un movimento politico che fa riferimento all’estrema destra olandese, il PVV (Partij voor de Vrijheid, ovvero il “Partito per la Libertà”), in cui confluisce il 37% dell’elettorato. Così come la Le Pen, anche Wilders concorre per il ruolo di guida politica del suo Paese e si giocherà senz’altro la carta dell’euroscetticismo in campagna elettorale. Come se non bastasse, in Austria i vertici del FPÖ (che per una manciata di voti non è riuscito ad eleggere Norbert Hofer alla presidenza federale) invocano le dimissioni del duo Juncker-Schultz, protagonisti indiscussi dell’attuale scena politica europea.
In questo disegno si inseriscono anche altre formazioni come il PiS in Polonia o il Fidesz in Ungheria. Quest’ultimo è il partito di governo dello Stato magiaro e il suo leader Viktor Orbán, primo ministro in carica dal 2010, ha fatto sapere di voler tenere un referendum sulle quote obbligatorie di migranti predisposte dall’UE. Aldilà delle reazioni euroscettiche, sono comunque in tanti a chiedere un cambiamento per l’Europa o quantomeno una visione differente rispetto all’indirizzo filotedesco.
Gabriele Mirabella
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