Comunicare, a volte, può essere davvero complicato. Numerosi sono gli episodi imbarazzanti che hanno accompagnato la calda estate italiana. A sostegno di questa tesi basterà analizzare solo alcuni dei recenti scivoloni comunicativi: il caso-malaria, trattato superficialmente dai quotidiani Libero e Il Tempo; e la squallida propaganda politica dei partiti estremisti Forza Nuova e Partito Comunista. Sarà stato il caldo estivo a dare alla testa?
Dai manifesti propagandistici di partito, ai titoli di testate giornalistiche, pare proprio che trasmettere un’idea in modo corretto e imparziale sia davvero cosa per pochi; o addirittura per nessuno. La crisi della stampa è sotto gli occhi di tutti da molti anni ormai. L’episodio tipo è quello del caso della bambina morta dopo aver contratto il virus della malaria a Trento: e sulla vicenda vi sono diverse ipotesi e nessuna certezza. I due quotidiani, a seguito del fatto, hanno titolato in prima pagina: «Dopo la miseria portano le malattie» (Libero), e «Ecco la malaria degli immigrati» (Il Tempo). Da questi titoli, palesemente razzisti, si evince che vi sia un collegamento tra la malaria (malattia non presente nel nostro territorio) e i migranti africani che, arrivando nel nostro Paese, oltre alle speranze di miglior vita portano con sé virus mortali. Queste tristi prese di posizione hanno chiaramente dato adito a numerose lamentele: dai social network, fino ad arrivare all’Ordine dei Giornalisti, il quale sta valutando provvedimenti in merito. Le associazioni Articolo 21, A mano disarmata, Progetto diritti, la Rete Nobavaglio e Amnesty International Italia hanno chiesto ai propri legali di studiare la possibile presentazione di un esposto-denuncia alla magistratura contro i due quotidiani per violazione della legge 25 giugno 1993, n. 205 che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali; nonché per violazione dell’articolo 658 del Codice Penale (procurato allarme). Essere apertamente schierati verso un’ideologia politica piuttosto che un’altra, non è una scusante valida per aver pubblicato certi titoli in prima pagina; e non lo è nemmeno l’appellarsi all’art. 21 inneggiando alla libertà di espressione.
Altro giro, altro regalo! Se i casi legati alla stampa sono più gravi, perché esiste una deontologia che non permetterebbe l’inesattezza di una notizia, anche le agenzie di comunicazione politica ci mettono del loro, contribuendo alla manipolazione del pensiero. È il caso della propaganda politica tramite social network, portata avanti da due partiti estremisti: Forza Nuova, per la destra; Partito Comunista, per la sinistra. I recenti fatti di cronaca, riguardanti episodi di stupro da parte di extracomunitari, sono stati il regalo perfetto per un partito come Forza Nuova, il quale, cavalcando l’onda del populismo, ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un manifesto che riprende un’immagine fascista e xenofoba utilizzata dalla Repubblica di Salò nel 1944 contro le truppe alleate. In questo manifesto si vede una donna bianca aggredita da un uomo di colore con vestiti coloniali: «Difendila dai nuovi invasori. Potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia» recita la scritta sottostante. Il Partito Comunista coglie la palla al balzo e risponde con un’altra immagine, questa volta con un ragazzo di colore in primo piano e la didascalia che recita: «La guerra tra poveri aiuta solo i padroni. Il nemico non è l’immigrato ma il capitale!». Ci risiamo, quindi. Il tentativo del partito di sinistra può risultare lodevole, ma alla fine si ottiene sempre lo stesso risultato, venendo criticato, in questo caso, il capitalismo e la ricchezza, utilizzando sempre lo stesso espediente: il migrante. Riflettendoci, non vi è alcun nesso tra la crisi economica, i privilegi del padrone di un’azienda e il flusso migratorio; così come non esiste alcun nesso tra gli episodi di stupro, o i casi di malaria. È solo un minestrone dove ogni ingrediente viene buttato dentro senza alcuna logica, confondendo il pensiero dei cittadini che, giustamente, non sanno più a cosa credere non avendo gli strumenti adeguati per sviluppare il proprio pensiero critico, perché troppo condizionato dai media, i quali invece che badare alla corretta informazione, giocano a chi la spara più grossa.
La MalaComunicazione è la bomba nucleare nella guerra dell’informazione. Non esiste nulla di più pericoloso di un mucchio di parole non calibrate, e fare certi mestieri implicherebbe più cautela di altri, perché se costruendo una casa si sbaglia a prendere le misure, la casa crollerà; allo stesso modo, se comunicando fatti o avvenimenti d’interesse pubblico si sbaglia (volutamente) i termini, si contribuisce a uccidere il senso critico dell’ascoltatore. Lo scopo di questi editori ed esperti in comunicazione è quello di addomesticare le menti al senso dell’odio verso nemici immaginari, o reali soltanto in parte. La soluzione non sarà la censura di certe sotto idee, ma l’indifferenza, o meglio, una conoscenza indifferente. Leggere, informarsi, guardare sempre prima da uno, e poi dall’altro, lato della medaglia, sono l’unico mezzo che ci rimane per non cadere nelle trappole che ci vengono tese quotidianamente.
Sara Forni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare nella redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail entrainvdc@vocidicitta.it. L’elaborato verrà letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.