La popolazione della Tanzania, lo scorso ottobre, è stata chiamata alle urne per esprimere la propria preferenza o al partito Chama Cha Mapinduzi (già da 54 anni al governo) o ad una solida opposizione, una coalizione di quattro gruppi politici guidata da Lowassa. Ad avere la meglio è stato nuovamente il CCM e l’esito è stato in parte oscurato dalla crisi politica dello Zanzibar, regione semiautonoma dello Stato, dove le elezioni più competitive e incerte degli ultimi anni sono state annullate a causa di alcuni giovani che ne hanno alterato il risultato. Una nuova tornata elettorale è prevista, perciò, tra gennaio e febbraio. Nell’arcipelago, inoltre, non sono state poche le donne vittime di pressioni psicologiche da parte dei loro mariti, poiché indotte a rinunciare al diritto di voto o a plasmare la propria volontà sul modello di quella dei propri uomini, per paura di subire violenze o di essere abbandonate.
Sarebbero quasi 50, secondo quanto riferito dai loro avvocati, coloro che dopo aver votato diversamente da quanto impostigli dai rispettivi compagni, sono state costrette a divorziare. «Pensavo che una divergenza politica in un sistema democratico fosse cosa normale. Sfortunatamente, mio marito è stato irremovibile […] Ha anche deciso di non garantire i bisogni base ai nostri bambini», ha dichiarato una di loro. Si tratta di donne che vengono a trovarsi di fronte ad un bivio: esprimere le proprie idee, inseguire i propri valori e combattere per le proprie convinzioni o rinunciare alla famiglia e a un uomo che probabilmente amano, ma che forse non ama loro allo stesso modo. Donne che devono scegliere, prima ancora dei candidati che più le rappresentano, tra affermazione e sottomissione, tra parola e silenzio, tra coraggio e paura, tra sé stesse ed un altro. «Alcune donne non hanno ricevuto il permesso di votare da parte dei loro mariti, ma quelle che si sono rifiutate di vedere calpestati i propri diritti hanno subito il divorzio o sono state abbandonate» ha ribadito Mzuri Issa.
Quello delle intimidazioni è una fenomeno presente anche in altri Paesi: frequenti sono le promesse di posti di lavoro in cambio di un consistente pacchetto di voti, o gli scambi di favori, o i ricatti che vanno generalmente a nuocere la parte debole della società – che nello Zanzibar, neanche a dirlo, è costituita in buona parte dal sesso femminile. La Tanzania Media Women’s Association e altre organizzazioni a sostegno dei diritti delle donne hanno intrapreso, pertanto, una campagna per aumentare la consapevolezza dei diritti civili, in modo da farli garantire non soltanto formalmente e in modo da fare comprendere a tutti il valore della libertà, la quale, come canta Giorgio Gaber, è sinonimo di partecipazione.
Concetta Interdonato
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