A pochi giorni dalle festività natalizie, giunge dal Brunei un’interessante quanto sorprendente notizia: vietato il Natale. Il piccolo Stato del Brunei si trova a confine con la Malesia e dal 1967 è governato dal sultano Hassanal Bolkiah, che all’inizio del 2014 ha deciso di introdurre nel Paese la Sharia, ovvero la legge coranica.
Il sultano ha dichiarato che non sarà possibile festeggiare il Natale, pena cinque anni di detenzione. Per festeggiare si intende «indossare simboli religiosi come croci, accendere candele, addobbare alberi di Natale e cantare inni religiosi o mandare auguri di Natale, montare decorazioni», secondo le parole dello stesso capo di Stato. I non musulmani – che costituiscono circa il 30% dei 420mila abitanti – potranno celebrare tale festività all’interno della propria comunità, previa autorizzazione governativa. Questa misura, che potremmo definire cautelare, è stata presa in considerazione della preoccupazione degli imam circa la suddetta ricorrenza: il ministro degli Affari religiosi ha dichiarato che il divieto è stato imposto,infatti, al fine di preservare il «credo della comunità musulmana».
Il sultano, che sembra difendere a spada tratta gli obblighi e le tradizioni musulmane, è allo stesso tempo un milionario a cui piace passare il tempo libero nelle capitali europee e non solo, Londra in primis, tra ricchezza e sfarzi. Così, sebbene molti siano i divieti imposti dalla Sharia, fra i quali la vendita e il consumo di alcolici, l’impressione è che siano contemporaneamente violati dal sultano, che però secondo alcuni in casa si diverte a fare la parte del paladino dell’integralismo islamico.
Viviana Giuffrida
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