Colpo a sorpresa da parte di UniCredit che ha deciso di lanciare un’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banco Bpm per un controvalore, in caso di integrale adesione, di 10.086.832.606 di euro. Se l’operazione andasse in porto, rappresenterebbe un’opportunità di “crescita ideale” e UniCredit, diventerebbe la terza banca europea per capitalizzazione di mercato.
«Al momento, l’offerta che abbiamo presentato non è vincolante, e non vi è alcuna certezza che si raggiunga un accordo. La responsabilità di valutare questa offerta spetta al consiglio di amministrazione di Banco Bpm e agli azionisti di entrambi gli istituti. Speriamo di incontrarli presto per discutere i dettagli direttamente con loro». Lo scrive il ceo di Unicredit, Andrea Orcel.
Il Cda di Banco Bpm ieri, 26 Novembre, ha bocciato l’offerta pubblica di scambio di Unicredit, poiché, non riflette il loro “potenziale”.
Il governo non ha accolto nel migliore dei modi la proposta di UniCredit. L’operazione è stata comunicata a ridosso della delibera del Cda di UniCredit e il Governo ne ha potuto soltanto prendere atto ma verrà approfondita con la procedura del Golden power.
Per Mauro Paoloni, consigliere di Banco Bpm, l’offerta di UniCredit “non riflette in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm” e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti spiega come l’operazione sia stata “comunicata ma non concordata col governo”, aggiungendo: “Poi vedremo, come è noto esiste la golden power. Il governo farà le sue valutazioni, valuterà attentamente quando Unicredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso” . Giorgetti sottolinea anche un altro timore: “Citando von Clausevitz il modo più sicuro per perdere la guerra è impegnarsi su due fronti, poi chissà che magari questa volta questa regola non sarà vera“. Salvini chiede l’intervento di Banca d’Italia: “Non vorrei che qualcuno volesse fermare l’accordo Bpm-Mps per fare un favore ad altri”, continuando con: “Unicredit ormai di italiano ha poco e niente è banca straniera“.
L’offerta lanciata a Bpm da UniCredit è un’offerta pubblica di scambio, (Ops): si tratta di un’offerta pubblica che utilizza le azioni dell’offerente, UniCredit, per comprare quelle del bersaglio.
Al fine di finanziare la propria offerta, l’acquirente solitamente vara un aumento di capitale tramite cui genera le azioni che verranno scambiate con quelle del bersaglio dell’Ops. E solitamente meno gradita da quelli della società destinataria, che ricevono titoli azionari anziché contante. Nel caso di UniCredit-Bpm, gli azionisti di quest’ultima riceverebbero per ogni azione 0,175 azioni UniCredit.
UniCredit ha dichiarato che “questa offerta fornirà loro l’accesso diretto a una rete fortemente internazionale e a un’offerta di prodotti più completa e attraente, soluzioni e servizi su misura” e che “la forza finanziaria di Unicredit fornirà ai clienti il supporto di un’istituzione più forte e innovativa con una maggiore capacità di erogazione creditizia e di investimento e un’offerta digitale ben sviluppata”.
La banca può variare le condizioni di un rapporto bancario inviando una comunicazione ad ogni cliente con preavviso di almeno due mesi. La variazione deve avere un motivo valido, come quello della fusione per incorporazione della banca. Il cliente, ricevuta la comunicazione, può recedere senza penali. Saranno, quindi, normali le variazioni dei prodotti offerti e dei relativi costi.
Importante specificare che non sarà presente nessun rischio per i risparmi che sono tutelati dal fondo interbancario di tutela dei depositi. Per tutti coloro che hanno un mutuo o un prestito non cambia nulla. Per quanto riguarda i clienti del gruppo Bpm, non cambierà nulla.
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