Il 24 febbraio del 2022 la capitale dell’Ucraina, Kiev, si è svegliata col suono delle sirene di allarme, seguito poi dal rumore dei bombardamenti: la tanto temuta guerra russa è iniziata. All’alba di quel giorno il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato in televisione l’inizio dell’attacco della Russia verso l’Ucraina, con una serie di bombardamenti rivolti alla capitale e ad altre città del paese. Seppure iniziata da pochi giorni, questa guerra ha già tanto da raccontare, facendo capire che, in questa società, forse c’è ancora speranza.
Quello ucraino sta sicuramente passando sotto gli occhi di tutti come un popolo coraggioso, pronto a combattere per difendere la propria terra. Il presidente dell’Ucraina stesso, Volodymyr Zelenskyy, ha guadagnato il rispetto di tutti per la fedeltà mostrata verso il suo popolo e verso il suo paese, rifiutando anche l’offerta di evacuazione della capitale da parte degli Stati Uniti d’America.
«Abbiamo resistito e respinto con successo gli attacchi nemici. I combattimenti continuano in molte città e distretti del nostro stato, ma sappiamo cosa stiamo proteggendo: il paese, la terra, il futuro dei bambini» – dichiara il presidente ucraino.
Tra i tanti civili che si sono mobilitati alla difesa della propria nazione spiccano Yaryna Arieva e Sviatoslav Fursi. I due giovani dovevano sposarsi a maggio, ma data la situazione hanno voluto anticipare le nozze per poi unirsi ai combattimenti e difendere così il proprio Paese. «La situazione è difficile, stiamo per combattere per la nostra terra. Forse moriremo e volevamo solo stare insieme prima di tutto questo» – racconta la ragazza.
Già dalle prime diffusioni dell’inizio dello scontro, il mondo è andato contro l’azione russa. In molte città europee sono scoppiate proteste, a partire dal popolo russo stesso che ha manifestato senza esitazione, dimostrando come questa guerra si allontani da loro: nessuno la voleva, nessuno meno che uno.
Anche molti Stati hanno dichiarato il loro disaccordo, mobilitandosi a trovare soluzioni per porre fine a questo inutile conflitto. Gli Stati Uniti d’America hanno già imposto delle dure sanzioni economiche nei confronti della Russia, cercando di indebolirla il più possibile.
Nel mentre, il Paese viene “punito” anche in altri modi, per esempio con l’esclusione dal famoso song contest Eurovision; oppure la cancellazione del Gran Premio della Formula 1 che doveva svolgersi proprio nel territorio russo.
A completare il quadro è stato poi Anonymous, il più grande movimento di hacker al mondo, che ha annunciato una cyber-guerra contro Putin. Hanno iniziato con l’hackeraggio dei canali televisivi russi, trasmettendo immagini e video di ciò che sta accadendo in Ucraina, andando contro la censura.
«Putin ha prodotto una forte unità in tutto l’occidente, esattamente l’opposto di quello che sperava di ottenere» – afferma il Presidente statunitense Joe Biden.
Tanti sono i messaggi di solidarietà verso l’Ucraina che arrivano da tutto il mondo. Per esempio, alcuni monumenti famosi delle principali città europee si sono illuminati di giallo e blu, i colori della bandiera dell’Ucraina; tra questi il Colosseo di Roma e la Porta di Brandeburgo di Berlino.
Pure molti sportivi hanno mandato messaggi solidali. Tra questi il tennista russo Rublev che, dopo la vittoria in semifinale a Dubai, scrive no war please sulla telecamera, ovvero niente guerra per favore.
Anche le squadre di calcio del Napoli e del Barcellona hanno voluto lanciare un messaggio semplice, ma potente, esibendo un grande cartellone bianco con su scritto stop war di un colore rosso come il sangue di cui si è macchiata la Russia.
Nonostante la difficile situazione, le cose belle non mancano mai. E questo ce lo dimostra la nascita della piccola Mia. Con lo scoppio dei bombardamenti, molti cittadini ucraini si sono rifugiati nella metropolitana di Kiev. Proprio in quel luogo e in quel momento una giovane ventitreenne dà alla luce la piccola, per poi essere soccorse dagli agenti di polizia ed essere trasferite in ospedale, dove entrambe stanno bene.
Mia non solo è riuscita a strappare un sorriso in questo tragico momento, ma è anche finita col diventare simbolo della vita che prevale sulla morte e la speranza dell’inizio di una nuova vita.
Ilenia Mennone
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