TREVISO – Ha dell’assurdo quanto accaduto nel trevigiano dal gennaio 2016 al giugno dello stesso anno. Pare infatti che un’assistente sanitaria dell’Asl 2 (ex Ulss 9) abbia finto volutamente di eseguire le vaccinoprofilassi a tutti quei bambini che, durante il periodo sopra citato, sono giunti nell’ambulatorio della Madonnina a Treviso. Il caso era già stato segnalato a chi di dovere (Nas e procura) lo scorso giugno, ma il pm, ne aveva richiesto l’archiviazione per «assenza di ulteriori elementi a carico».
Avviata subito una campagna straordinaria di richiamo che riguarderebbe 500 pazienti (non solo bambini) nelle giornate del 24 e del 28 aprile e del 2 e 6 maggio, presso il Dipartimento di Prevenzione di Treviso. Una misura preventiva resasi necessaria dopo i dovuti accertamenti, vista la condotta sconsiderata da parte dell’assistente sanitaria – di cui ancora è praticamente sconosciuta l’identità. La procura sta ora decidendo se riaprire le indagini (visto anche il boom mediatico delle ultime ore); nel frattempo, però, la colpevole starebbe ancora operando (ma con un altro incarico) presso la stessa azienda sanitaria, che si è vista impossibilitata a procedere al licenziamento nonostante le reiterate denunce da parte dei colleghi.
Sarebbero questi, infatti, ad aver notato, nei mesi in cui la donna avrebbe dovuto vaccinare i propri pazienti, la quasi totale assenza di lamenti o pianti da parte dei bambini che in quei minuti si trovavano in compagnia dell’assistente colpevole. Poi la scoperta delle fiale buttate via e l’inizio delle indagini. A parlare dell’accaduto anche il direttore generale Francesco Benazzi: «Il fatto non è passato inosservato ai colleghi che subito se ne sono accorti e hanno attivato tempestivamente tutti quei percorsi a garanzia dei cittadini e dell’azienda. Ringrazio di cuore loro per la professionalità e la coscienziosità dimostrata così come ringrazio i Carabinieri dei Nas e la Magistratura per la collaborazione fornita. I cittadini potranno completare la vaccinazione in modo corretto. Ci scusiamo con loro per il disagio».
Ancora ignote sono anche le motivazioni che avrebbero spinto l’assistente a non vaccinare i propri pazienti. Tra le ipotesi, ovviamente, ci sarebbero le teorie “no vax” di cui molti operatori sanitari sono seguaci. Teorie che nel 2017 fanno un certo rumore, specie per i vari casi documentati di morti dovute alla mancata somministrazione di tali vaccini, nonché per le testimonianze di chi, invece, è esperto nel settore (ricordiamo le parole del dottor. Roberto Burioni).
Francesco Mascali
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