Sono trascorsi tre anni ed un giorno dalla nomina del cardinale Bergoglio come nuovo vescovo di Roma. Il 13 marzo 2013, infatti, Francesco salutava la folla di piazza San Pietro con un cordiale e non convenzionale «Fratelli e sorelle, buonasera!». Sin dalle prime frasi del suo primo discorso da pontefice, era facile intuire che Francesco avrebbe rappresentato per la Chiesa una ventata di cambiamento, e di fatto così è stato.
In questi tre anni, il Papa argentino è riuscito a lasciare una forte impronta del suo operato con i due sinodi sulla famiglia e con un tentativo di avvicinamento verso le altre Chiese cristiane: nello specifico, non si può evitare di menzionare l’incontro di Bergoglio con il patriarca russo Kirill a Cuba e l’accordo con la Federazione Luterana Mondiale per commemorare il 500º anniversario della riforma a Lund, il 31 ottobre venturo. Inoltre, alcuni dei suoi interventi diplomatici internazionali sono stati di rilevanza storica: ad esempio, fu proprio Francesco a rendere possibile l’incredibile riavvicinamento tra Cuba e gli Stati Uniti o ad avviare il processo di pace interno alla Colombia. È poi necessario menzionare i suoi costanti appelli alla misericordia (in particolare, in merito all’accoglienza dei profughi) e alla salvaguardia dell’ambiente e della pace. Uno dei lavori che il pontefice non ha ancora portato a termine è, invece, la riforma pastorale, che prevederà minore preoccupazione per la disciplina canonica, maggiore assistenza da parte della Chiesa per le coppie “atipiche” e un ruolo dominante dei vescovi per le decisioni eccezionali.
D’altro canto, però, Papa Bergoglio, oltre ad essere stato uno dei personaggi più discussi ed amati di questi ultimi anni, è spesso diventato oggetto di critiche e malcontenti. Francesco, che può essere indiscutibilmente definito come il Papa più innovatore degli ultimi cento anni, ha spesso attirato a sè molte antipatie provenienti dall’ambiente ecclesiastico. In più, il modus operandi del pontefice, che tende a polemizzare contro correnti di pensiero meno “moderne” della propria, ha ulteriormente marcato i segnali di un’insofferenza diffusa. Ma probabilmente il successo del nuovo pontefice è da attribuire proprio a questo: il modo risoluto con cui sta lasciando alle spalle gli aspetti più antichi e controversi dell’istituzione religiosa che rappresenta. E se questi sono i risultati, ben venga per tutti.
Francesco Laneri
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