Nella mattinata di lunedì 11 aprile, gli investigatori della Sezione Antirapina della Squadra Mobile unitamente a personale del Commissariato Mirafiori, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Torino a carico di un ventinovenne gravato da precedenti di polizia, gravemente indiziato di aver perpetrato numerosi reati predatori.
Nello specifico, l’indagato, il precedente 3 marzo, era già stato tratto in arresto in flagranza di reato da personale del suddetto Commissariato per tentato furto aggravato a danno di un esercizio commerciale; in conseguenza dell’arresto, il Tribunale di Torino aveva emesso la misura cautelare degli arresti domiciliari, anche in relazione ad un ulteriore tentato furto aggravato commesso in data 31 gennaio in pregiudizio di un negozio di parrucchieri. Secondo l’ipotesi dell’accusa, in entrambe le occasioni, l’indagato, in orario notturno, aveva cercato di introdursi negli esercizi commerciali tagliando le maglie metalliche delle saracinesche con una tronchese.
In esito a complesse indagini, svolte dagli investigatori, sotto il costante coordinamento della locale Procura della Repubblica, venivano raccolti gravi indizi di colpevolezza in relazione al delitto di ricettazione di numerosi capi di abbigliamento firmati del valore di oltre 10.000 €, provento di furti aggravati commessi nelle date del 7 e 16 febbraio in danno di due esercizi commerciali, siti nel quartiere “Mirafiori”, nonché relativamente a sei rapine perpetrate tra il 7 febbraio ed il 31 marzo in Nichelino (TO) e nei quartieri “Nizza”, “San Secondo” e “Mirafiori”, in pregiudizio di altrettanti negozi e farmacie. Il modus operandi ricostruito dagli investigatori era sempre lo stesso: l’indiziato entrava travisato nell’esercizio commerciale e, brandendo un coltello o altra arma bianca, minacciava i dipendenti impossessandosi della somma di denaro custodita nella cassa. In un’occasione ingaggiava con una dipendente una colluttazione, colpendola al viso con alcuni pugni al fine di impossessarsi del maltolto.
L’attività investigativa riguardante le condotte delittuose veniva sviluppata grazie all’analisi delle modalità con cui venivano perpetrati gli atti predatori e alla disamina dei filmati dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona, portando gli investigatori sulle tracce dell’indagato.
È in corso attività d’indagine tesa ad accertare l’eventuale coinvolgimento del soggetto in altri analoghi episodi criminosi.
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