Sospettato da tempo di essere cancerogeno, il biossido di titanio (TiO2) potrebbe essere presto vietato, o se non altro sospeso, dalla lista degli additivi alimentari consentiti. Almeno in Francia, dove diverse associazioni per la difesa dell’ambiente e della salute pubblica affermano, infatti, di aver ottenuto questo impegno dal ministro dell’economia Bruno Le Maire. Una vittoria delle associazioni che hanno ottenuto l’applicazione del prezioso principio di precauzione, il quale verrà attuato attraverso la sospensione di questo additivo, indicato con l’acronimo E171 o TiO2 sulle etichette, molto utilizzato nel settore dolciario e non solo.
Sono tantissimi, infatti, i prodotti di consumo che lo utilizzano per sbiancare o rafforzare la luminosità del cibo. Lo contengono dolci, torte, gelati, biscotti, piatti pronti, ma anche cosmetici o medicinali. Sospettato di essere cancerogeno, ha sollevato da tempo la preoccupazione delle associazioni dei consumatori e per l’ambiente, perché conterrebbe nanoparticelle di dimensioni inferiori a 100 nanometri che faciliterebbero il loro ingresso nell’organismo. La sospensione del suo utilizzo nei prodotti alimentari doveva avvenire entro la fine del 2018 – sospensione e non divieto che, come noto, dipenderebbe dall’Unione Europea –. Ma sinora non si era attuato nulla. La disposizione è stata inclusa nella legge alimentare promulgata a novembre, ma non può essere applicata senza un decreto del ministero dell’Economia.
Nel programma C to you su France 5, l’8 gennaio scorso il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha spiegato di non voler firmare un ordine di sospensione nell’immediato futuro, proponendo “valutazioni diverse” sul potenziale pericolo del prodotto. Ma ha poi fatto subito retromarcia: dopo aver ricevuto le associazioni dei consumatori venerdì scorso, ha ribadito la sua volontà di vietare l’E171. Per ottenere le necessarie condizioni legali per questo divieto ha chiesto, quindi, all’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria e l’ambiente (ANSES) di accelerare il lavoro sulle nanoparticelle sulla componente TiO2 entro il 15 aprile. «Il ministro, che intendeva nascondersi dietro un presunto dubbio scientifico dell’impatto sulla salute di questo additivo e sulla libera circolazione delle merci per evitare l’adozione del previsto decreto, ha finalmente ascoltato le nostre richieste di conformità con il principio di precauzione», ha dichiarato il presidente dell’UFC-Que Choisir Alain Bazot.
«Una notizia molto importante per la salute dei consumatori, e un modello decisionale da duplicare su altre questioni sensibili di questo tipo», rileva Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti. Troppe volte, infatti, il principio di precauzione è messo da parte in ragione dell’economia di mercato e degli impatti economici della sospensione di prodotti o sostanze sospettate di essere rischiose per la salute. E se la Francia fa questo passo così importante per un additivo così diffuso e ritenuto a rischio, evidentemente non tutti i sospetti sono infondati, tanto che come associazione chiediamo che anche in Italia sia valutata la fattibilità, da parte del Ministero della Salute, di un analogo provvedimento di sospensione.
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