Attivisti e giornalisti spiati su WhatsApp attraverso uno spyware di un’azienda israeliana. Il “caso Paragon” è esploso dopo le denunce arrivate giorni prima al direttore di Fanpage.

È una tecnologia di spionaggio dove la vittima di spyware, non deve compiere nessun azione per arrivare l’istallazione del software-spia. Si parla in questo caso di Graphite della Paragon Solutions, e sono almeno sette le vittime italiane, tra cui giornalisti. Il governo italiano non ha ancora chiarito alcuni interrogativi che restano aperti.

Mercoledì, quindi, il governo ha confermato, al momento, solo sette vittime di questo attacco hacker attraverso uno spyware diffuso attraverso l’applicazione di WhatsApp. Palazzo Chigi smentisce qualsiasi coinvolgimento: «esclude che siano stati sottoposti a controllo da parte dell’intelligence, e quindi del Governo». «Trattandosi di una questione di particolare gravità — sottolinea una nota —, è stata attivata l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, “che dipende dalla Presidenza del Consiglio”. Non è stata comunicata ad Acn l’identità dei titolari di tali utenze, che sono stati informati direttamente dalla stessa società, a tutela della loro privacy». 

Le denunce del direttore di Fanpage e di Luca Casarini

Come detto in precedenza, il caso è scoppiato dopo le denunce del direttore di Fanpage e di Luca Casarini, il fondatore di Mediterranea Saving Humans. I due hanno ricevuto un messaggio da Meta in cui venivano avvisati di una manomissione dei propri dispositivi. «A dicembre WhatsApp ha interrotto le attività di una società di spyware che riteniamo abbia attaccato il tuo dispositivo. Potresti aver ricevuto un file dannoso», recita il testo che i due hanno ricevuto.

Successivamente è intervenuto Casarini spiegando la sua posizione: «Il team legale di Mediterranea Saving Humans è al lavoro per presentare un esposto su questa vicenda. Chiederemo agli inquirenti di accertare cosa sia successo e chi ha ordinato di spiare il mio telefono attraverso il software Paragon». 

Sotto accusa la società israeliana Paragon Solutions

La società israeliana, produttrice dello spyware Graphite, è sotto accusa. La domanda nell’interrogazione del Pd, rimasta inevasa, è se fra i governi che hanno acquistato lo spyware ci sia anche in Italia. La Paragon Solutions avrebbe confermato al quotidiano inglese di aver terminato ogni tipo di rapporto commerciale con l’Italia. Notizia che è stata confermata anche da Ha’aretz, sito israeliano. La Paragon aveva due clienti in Italia e ha disconnesso a entrambe l’accesso alla Graphite.

Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, giovedì mattina hanno chiesto un’informativa urgente del governo sul caso di spionaggio contro attivisti e giornalisti. I gruppi hanno lanciato un allarme dopo la notizia riportata dal Guardian. 

«Le indagini sono questione che spetta alle autorità nazionali e non alla Commissione europea e ci aspettiamo che verifichino tali accuse. Quello che posso dire, in generale, è che qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici, è inaccettabile, se provato naturalmente», sono le parole del portavoce della Commissione europea, Markus Lammert, nel corso dell’incontro quotidiano con la stampa.

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