Dopo cinque anni dalla morte di David Rossi, allora Responsabile Comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, sua figlia Carolina Orlandi racconta nel libro “Se tu Potessi vedermi ora” la vita di David e la sua tragica morte, sulla quale non è mai stata fatta chiarezza.
Esattamente cinque anni fa David Rossi precipitava dalla finestra del suo ufficio nella sede storica della sua banca, la Monte dei Paschi di Siena. Per la sua famiglia però l’ipotesi di un suicidio non ha mai retto ed i numerosi errori nelle indagini non hanno mai permesso di raggiungere la verità.
All’epoca, inizio 2013, la MPS era al centro di un grave scandalo finanziario che coinvolse presto i suoi vertici: il presidente Giuseppe Mussari, il direttore generale Antonio Vigni e il capo dell’Area Finanza Gianluca Baldassarri. In poco tempo il quadro della dirigenza venne sostituito da una nuova gestione formata da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, con l’arduo compito di salvare la banca dall’imminente fallimento. In questo clima difficile, il 6 Marzo sera David Rossi perde la vita precipitando dalla finestra del suo ufficio. La sua morte verrà frettolosamente giustificata come suicidio, ma la moglie Antonella Tognazzi e la figlia Carolina Orlandi, avuta dalla stessa in un precedente matrimonio, acquisiranno prove dell’incongruenza di questa ipotesi.
Gli elementi portati alla luce dalla famiglia dell’uomo e ripresi da numerose trasmissioni televisive, come Le Iene, non sono pochi. L’elemento probatorio principale è il filmato della telecamera di sorveglianza che riprende la caduta di David alle 19.43 e i successivi 22 minuti di agonia. Nel filmato sono visibili i fanali di un’autovettura presumibilmente parcheggiata all’ingresso del vicolo (uno dei più trafficati di Siena). Inoltre pochi minuti dopo la caduta un uomo vestito di nero entra nel vicolo, mentre parla al telefono e la distanza dal corpo è talmente breve da rendere pressoché impossibile presupporre che non l’abbia visto. Ma l’identità dell’uomo non è mai stata chiarita.
Un altro elemento sospetto riguarda l’orologio di David, che precipita accanto al corpo alle 20,16, ossia 33 minuti dopo la sua caduta. Ma com’è possibile se l’uomo è già morto da 11 minuti? Inoltre l’autopsia sul corpo del defunto evidenzierà segni di colluttazione non congruenti con la caduta: ferite sulla parte frontale del corpo, segni di quattro dita su un braccio della vittima, una ferita di forma triangolare di pochi centimetri sulla testa. Nessuno di questi elementi verrà considerato rilevante durante le prime indagini.
Una serie di inesattezze riguardano anche l’ufficio dell’uomo. Nelle ore successive alla sua morte, durante la notte nonostante la porta dell’ufficio dovesse essere sigillata, alcuni oggetti al suo interno furono spostati, come provato dal confronto fra un filmato girato da un poliziotto durante il primo sopralluogo e quello della mattina successiva. Il computer della vittima registra accessi effettuati con password non giustificate. Inoltre un dipendente della banca, che era all’interno della sede al momento della caduta, riferisce di essere passato davanti alla porta dell’ufficio intorno alle 20,05 trovandola aperta con la luce accesa, mentre al momento del ritrovamento dell’uomo la porta era chiusa.
Infine due giorni prima della sua morte David avrebbe inviato a Fabrizio Viola, allora amministratore delegato della MPS, un’email «Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!». Viola non solo non avrebbe mai risposto, ma avrebbe negato in seguito di averla letta. Ciò che non quadra però è come i due uomini abbiano in successivamente intrattenuto un puntuale scambio di mail, senza riferirsi alla richiesta d’aiuto. Nelle mail Rossi riferiva di voler parlare con i magistrati per evitare un suo coinvolgimento nello scandalo che aveva colpito la banca. Ma dopo poco l’uomo sembrava tornare sulle proprie idee e smentire di voler chiamare i magistrati.
Secondo il racconto della figlia l’uomo negli ultimi tempi era diventato molto paranoico, si sentiva spiato. Quindici giorni prima della sua morte il suo ufficio era stato perquisito senza alcuna spiegazione. Ripeteva a Carolina che la situazione era sempre più pericolosa, che avrebbero potuto coinvolgerlo nei fatti dello scandalo.
Nonostante la riapertura delle indagini a novembre 2015, il caso è stato archiviato nel 2017. Con il libro Se tu potessi vedermi ora pubblicato con Mondadori, Carolina non ha voluto solo raccontare i misteri irrisolti dietro la scomparsa del patrigno, ma anche la sua vita come marito e padre affettuoso. Riconciliare la tragedia della sua morte con l’immagine reale di un uomo normale e riservato, piuttosto che un’immagine di potere e affari spietati. Per la copertina del libro è stato utilizzato un disegno fatto da David Rossi: una raffigurazione, tragicamente profetica, di mostri affacciati da una finestra, che aveva intitolato Incubi.
Diana Avendaño Grassini
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