L‘uomo ha sempre desiderato trovare un pianeta che fosse ad immagine e somiglianza del nostro, ma i risultati effettivi non sono mai stati all’altezza di quelli sperati. Le condizioni climatiche che permettono, infatti, la formazione di acqua ,e conseguentemente di esseri viventi, sono più uniche che rare e fino ad oggi nessun pianeta scoperto dalla scienza umana sembrava avere in maniera soddisfacente i prerequisiti richiesti. Fino ad oggi, per l’appunto. Presso la stella a noi più vicina (a ben 4,23 anni luce di distanza), Proxima Centauri, si trova, infatti, Proxima b: un pianeta roccioso un terzo più grande della Terra ma molto più vicino al suo astro di riferimento rispetto alla terra con il sole (per compiere un giro intero non impiegherebbe 365 giorni ma soltanto 11). Ma la scoperta più sensazionale è un’altra: pare che il pianeta appena menzionato si trovi nella cosiddetta “zona abitabile”, a causa della sua relativa distanza con la stella di riferimento.
Il merito di questa sensazionale scoperta è da attribuire ad un gruppo di 31 ricercatori dell’Osservatorio Astronomico Europeo, guidati dallo studioso Guillem Anglada-Escudé, proveniente dall’Università Queen Mary di Londra. I metodi con i quali Proxima b è stato a fondo studiato sono più impegnativi di quanto si possa pensare; infatti, è stato necessario utilizzare, per un arco di tempo di cinque anni, un telescopio collocato a 5mila metri d’altezza presso le Ande, in Cile. Nonostante la possibile presenza di acqua su Proxima b, la probabilità che vi siano o siano state forme di vita è fondamentalmente molto bassa. Proxima Centauri, la stella attorno a cui orbita il pianeta gemello della Terra, emette delle radiazioni a raggi ultravioletti ben cento volte superiori a quelle che emette il Sole. Anche le emissioni a raggi X sono molto superiori rispetto a quelle ricevute dalla Terra (trattasi di radiazioni 400 volte superiori); pertanto, sembrerebbe molto difficile per degli organismi viventi poter sopravvivere ad un’esposizione così intensa.
Nel corso degli anni gli scienziati si sono interrogati sulla possibilità di raggiungere il sistema in cui è presente Proxima Centauri e il miliardario russo Yuri Milner sembrava avesse intenzione di finanziare la spedizione di una sonda che in venti o trent’anni avrebbe raggiunto la destinazione. Il progetto era appoggiato sia da Mark Zuckerberg che dallo scienziato Stephen Hawking, ma molti altri grandi esponenti del settore pare abbiano smontato la teoria che una sonda possa raggiungere un altro sistema solare, smorzando così ogni entusiasmo.
Francesco Laneri
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