Giorno 22 settembre, è arrivato nelle sale Italiane il film Ti mangio il cuore, che vede protagonisti Elodie e Francesco Patanè. Una storia intensa, sanguinosa e brutalmente reale, accompagnata da un piccolo sipario d’amore.
Il film è ambientato in Puglia, tra la fine del Novecento e inizi del nuovo secolo. Qui, il promontorio del Gargano è conteso da due famiglie : i Malatesta, il cui erede Andrea, si innamora della moglie del boss dei Camporeale, Marilena. Una faida tra due famiglie, che sembrano vivere in un vecchio far west, in cui l’unica legge che comanda è quella dell’onore, che si esprime attraverso il sangue. “Il sangue si lava col sangue”, si legge nella trama ufficiale. Pippo Mezzapesa prova a ricreare l’amore proibito come quello shakespeariano di Romeo e Giulietta, un amore che porta a riaccendere la rivalità tra le due famiglie, e inoltre, a far mettere in mezzo una banda locale capitanata da Vicenzo Montanari – interpretato eccezionalmente da Michele Placido – la quale, cerca di ristabilire equilibrio, ma anche la via per salire al potere.
Il film sembra davvero ambientato in un tempo arcaico, circondato solo da bianco e il nero della morte, una scelta dei colori che accentua la situazione drammatica che viene narrata. Le uniche scene incentrate sull’amore, sono quelle iniziali tra i due amanti e poi, i momenti teneri fra Marilena e i suoi bambini.
Esso scorre molto velocemente (forse troppo), e la nascita del loro amore è improvvisa. La loro avventura amorosa, passa dai primi corteggiamenti durante i festeggiamenti religiosi del paese, al negozio d’abiti, fino alle scene di intensa passione alle saline. Ma c’è poco tempo per la tenerezza, il tradimento di Marilena viene scoperto dalle famiglie, che cercano, inutilmente, di arrivare a un accordo.
Mezzapesa è stato abile a catturare i volti delle persone: quello magnetico della cantante Elodie dona un tocco di rivoluzione all’intero film. Difatti, Marilena è una delle poche, a non accettare la guerra di sangue che nascerà dopo l’uccisione del padre di Andrea e a voler difendere a tutti costi l’amore. Elodie, seppur alle prime armi, si rivela davvero abile nell’interpretazione, soprattutto nel passaggio tra gli stadi di dolore e gioia. Fatto che dimostra una capacità quasi innata nella recitazione. Accanto a lei, Francesco, che mostra evidentemente le sue abilità di giovane attore, soprattutto nel cambiare velocemente atteggiamento (attraverso parole e gesti) e a far trasparire la rabbia – ma anche la follia –del suo personaggio.
Andrea, presentato inizialmente come il “buono” della famiglia, cede alla rabbia e al sapore della vendetta. Da quel momento in poi, vi è un susseguirsi di omicidi realizzati da lui e la sua famiglia, dove non c’è spazio per la compassione e il perdono, nemmeno per gli stessi membri. Scene molto forti, levigate dalle inquadrature non troppo centrate, si alternano al dolore dell’altra famiglia e di Marilena, arresa che anche il suo amato Andrea, era cambiato e ormai convinta che quel luogo, non era più il posto dove far crescere il figlio che aspettava e nemmeno i due che già aveva.
«Gli devo mangiare il cuore» è la frase pronunciata da Andrea, ricoperto ancora una volta di sangue altrui, al proprio bambino appena nato. Ti mangio il cuore, è dunque un titolo tiene fede alla promessa di violenza e crudeltà che emana, dalla violenza fisica, a quella psicologica subita da Marilena e i figli, costretti a sottostare al comando altrui, ad abbassare la testa pur di sopravvivere e proteggere i bambini. Ma Marilena non ci sta. Infatti, sarà proprio lei a confessare tutto alle autorità, diventando una pentita e quindi una collaboratrice di giustizia. Adesso, lei è al sicuro in un posto nascosto con i propri figli.
L’ultima scena, racchiude l’intero significato del film: il suo bambino, mentre gioca col fratello, “spara” con la mano a lui, sottolineando – e mettendo anche fine – a quella che sarebbe potuta essere una guerra di sangue per generazioni.
Si ricorda, inoltre, che il film narra avvenimenti realmente accaduti.
Sara Sapuppo
Fonti delle foto: social degli artisti
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Nata a Catania nel 2000, Sara sin da bambina ha sempre voluto lasciare il segno in questo mondo, e non appena entrata nella sua adolescenza ha capito che il modo migliore per farlo era la comunicazione. Infatti, dopo essersi diplomata nel settore turistico, si scrive e frequenta sino ad ora la facoltà di Scienze e Lingue per la Comunicazione presso l’Università di Catania.
Tra le sue passioni spiccano quelle per la musica e quella di interessarsi di ciò che accade attorno a lei quotidianamente, battendosi per la difesa di quelli che sono i diritti ( ma anche doveri eh!) umani. Per questo, cerca da qualche anno a questa parte di poter interagire con gli altri attraverso blog e i social.