BOLOGNA – «Salve, sì lo so starete pensando: questo è il solito ragazzo alternativo che ci vuole raccontare la sua solita storia di un solito giorno della sua vita. Bé, mi dispiace per gli appassionati del genere, ma non è così. Io sono Bologna, “come?” direte voi “Impossibile!” Eppure è così» questo l’incipit del nuovo video su Bologna che si distingue da tutti gli altri perché stavolta nessuno ce la racconta, ma è proprio lei a raccontarsi! Così, in un viaggio in bianco e nero Bologna parla dei suoi portici, di piazza Maggiore, del suo cielo grigio e della pioggia, dei suoi studenti universitari, dei suoi mendicanti, di piazza Verdi e dei suoi artisti di strada. Il video, realizzato da Pentaprisma, è stato ideato da due studenti, Fabio Ragni e Luca Soli, e Voci di Città ha voluto farsi raccontare il “dietro le quinte” in esclusiva per voi.
Da chi o da cosa è nata l’idea di partenza per la realizzazione del video?
(Fabio) «Diciamo che l’idea è nata da entrambi. Io ho avuto l’idea in sé e per sé del corto, ma era da tempo che ci balenava in mente il desiderio di mostrare Bologna in un’ottica diversa. Non volevamo fare il solito video scontato, volevamo ritrarre la città sotto una nuova luce. A Luca, invece, va il merito della voglia di fare: facendo una battuta mi viene da dire che c’è sempre una persona nella coppia che prende l’iniziativa. Un giorno chiamo al telefono Luca e gli dico: “Mi è venuta un’idea per un bel corto su Bologna” e lui mi risponde “Ci sto. Porta cavalletto e macchinetta che si gira”. Così dopo lezione, prima di ripartire, in due ore abbiamo fatto tutto».
Perché avete scelto di far parlare la città in prima persona?
(Fabio e Luca) «Ci è sembrata un’idea originale, ma allo stesso tempo radicata in una concezione comune: vale a dire quella di personificarsi sempre nelle realtà in cui viviamo. Questo è un video dedicato non solo a chi è di Bologna, ma a tutti coloro che amano una città o solo semplicemente si sentono parte integrante di essa. Poi Bologna ha un’anima, chi si trova vive ogni giorno in lei e se ne accorge. Allora perché non farla parlare?».
L’inizio del cammino di Bologna è in piazza Santo Stefano, perché proprio da lì?
(Luca) «Perché quando sei in Santo Stefano ti chiedi: “Dove mi porterà questa strada?”. Poi qui ci sono molti elementi caratteristici di Bologna tutti riuniti: c’è il portico, c’è la chiesa, c’è un piccolo piazzale con le panchine. L’inizio di Santo Stefano è tranquillo e la fine è rumorosa; non si poteva non partire da qui!».
Il video descrive Bologna come una mamma premurosa che racconta dei suoi figli e ai suoi figli. Volevate trasmettere un messaggio particolare a chi vive in questa città? Quale?
(Luca) «Sì, tra tutti i legami abbiamo scelto l’amore materno. Lo abbiamo fatto perché è un amore incondizionato, è l’amore più forte di tutti. Sarebbe fantastico se ogni persona si sentisse figlia di qualche città, si riuscirebbe a colorare un concetto che, soprattutto negli ultimi tempi, è grigio e un po’ tralasciato: quello di famiglia. Con questo video vogliamo rompere gli schemi che incatenano la famiglia tradizionale tra le mura di un palazzo. Di certo, non si risolverebbero tutti i problemi, ma crediamo che si vivrebbe molto meglio se le persone si sentissero veramente “a casa” anche per le strade, nelle piazze e tra la gente».
È il primo video che realizzate insieme? Avete intenzione di farne altri in futuro?
(Fabio e Luca) «No, non è il primo video che facciamo insieme. I precedenti finora li abbiamo realizzati solo per divertimento, video buffi che si fanno quando ci si vuole distrarre e basta. Però, visto il successo di questo, siamo sicuri che ci sarà un continuo. Tra noi due c’è affiatamento, lavoriamo benissimo e ci stimoliamo molto a vicenda. Non vi resta che aspettare, sarete tra i primi a saperlo, è una nostra promessa!»
Fabio e Luca vogliono trasmettere il senso di famiglia, la voglia di sentirsi a casa, anche se si è fisicamente lontani dal luogo in cui si è nati. Quale città allora, quale posto, quale mamma migliore di “mamma Bologna” per farlo? La città piena di studenti provenienti da tutta l’Italia e da tutto il mondo, di bolognesi doc, di senzatetto con un carrello della spesa e uno zaino in spalla e di artisti di strada con dipinti, tamburi e chitarre al seguito: perché alla fine Bologna è casa per tutti, perché come direbbe Carboni, si sa, «Bologna è una regola».
Chiara Forcisi
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Da sempre lettrice accanita, Chiara all’età di 13 anni pubblica You are my angel, il suo primo romanzo. Frequenta il Liceo Classico N. Spedalieri di Catania, dove completa gli studi in bellezza in qualità di rappresentante d’istituto e dirige, dopo averlo fondato, il giornalino scolastico Il Punto, degno erede di Voci di Corridoio, antesignano di Voci di Città. A marzo 2013 corona il suo più grande sogno: partire come delegate con l’Associazione Diplomatici alla scoperta della Grande Mela. Si laurea in Scienze della Comunicazione all’Alma Mater Studiorum di Bologna a luglio 2018. Inoltre, anche se è impegnata ad affrontare la vita quotidiana non si arrende e prova ancora a realizzare ciò che voleva fare fin dalla culla: salvare il mondo con le parole.