La Pet Therapy, affiancata alle cure tradizionali, ha sempre cercato di aprire un canale di comunicazione tra il medico e il paziente attraverso la presenza di un animale, che si è spesso rivelata di notevole importanza ed efficacia. Sospesa nel giugno 2020, a causa dell’emergenza pandemica, riprenderà secondo un nuovo protocollo. Si tratterà di disposizioni non solo riguardanti la diffusione del Covid-19, ma anche in merito alla prevenzione delle zoonosi e delle infezioni correlate all’assistenza.
Tutti gli interventi dovranno essere accompagnati da apposite prescrizioni mediche e da progetti personalizzati che riportino procedure e obiettivi. Inoltre, saranno organizzati vari eventi formativi per i professionisti sanitari e verrà creato un archivio dati nel portale nazionale Digital Pet. Si intende soprattutto salvaguardare la salute non solo delle persone, ma anche degli animali coinvolti che si rivelano a dir poco preziosi per i più bisognosi e fragili.
Oggi giorno sono sempre più le persone che si improvvisano professionisti senza esserlo, rischiando di peggiorare situazioni delicate e di creare malessere nell’animale e nelle persone coinvolte. È fondamentale divulgare informazioni che possano fornire strumenti aggiuntivi alle persone per valutare a chi affidarsi nel chiedere supporto. Esistono da diversi anni delle linee guida ministeriali, ancora vigenti, che forniscono dei vincoli su come poter proporre attività di Pet Therapy tutelando però il benessere degli animali coinvolti. Ma, come spesso accade, non tutti agiscono nel rispetto altrui e si può incorrere in situazioni spiacevoli con animali maltrattati durante le sedute.
Il ruolo del benessere dell’animale è a dir poco fondamentale. Purtroppo è un aspetto che spesso viene messo in secondo piano rispetto al fine ultimo di queste attività. Ma forse è proprio questo che distingue un professionista, da chi invece non lo è affatto.
Per esempio, quando si lavora con i bambini piccoli, i cani hanno difficoltà a decifrare tutti i messaggi che ricevono, quindi investono moltissime energie nel riuscire a comprendere cosa fare. È necessario che siano abituati a farlo e che si dia loro il giusto tempo per potersi poi riposare. Oltre al riposo, è fondamentale anche il rispetto delle loro emozioni e sensazioni. E cosa sono un po’ di dovuto riposo e più che meritato rispetto, di fronte a tutto quel bene che riescono a donare loro?
Avere accanto un cucciolo non solo tira su il morale, ma può avere benefici anche a livello fisico. Infatti, diversi studi hanno dimostrato che accarezzare un animale riduce la pressione arteriosa. Inoltre, contribuisce a regolarizzare la frequenza cardiaca per chi soffre di problemi di cuore e di pressione alta. Ma gli animali aiutano proprio tutti. Alcuni, piuttosto che altri, sono consigliati a seconda delle situazioni: gatti, conigli, cavalli, asini e cani, i più versatili di tutti.
Nei pazienti anziani si è osservato un aumento del buon umore, una maggiore reattività e socievolezza. Per esempio, i pazienti delle case di riposo hanno avuto contatti più facili con i terapisti e un miglioramento nello stato generale di benessere. Soprattutto per coloro che spesso, soffocati dalla solitudine e dalla mancanza di affetti, si chiudono in se stessi rifiutando rapporti interpersonali. Nelle persone affette da disabilità, sottoposte a terapia equestre, viene sollecitata la partecipazione di tutto l’organismo. Nei bambini affetti da autismo e sindrome di Down, il contatto con un animale può aiutare a soddisfare certi bisogni e a superare molte difficoltà. Come insicurezza, senso di inadeguatezza e difficoltà nelle relazioni interpersonali. E aiuta addirittura, in alcuni casi, a recuperare alcune abilità.
Inoltre, gli animali potenziano le cure mediche e alleviano disturbi psichici. Per esempio, la depressione tipica soprattutto nei bambini che a causa della malattia si trovano ricoverati per lunghi periodi in ospedale. Nei nosocomi dove si pratica la Pet Therapy, i bimbi che sono stati a contatto con gli animali hanno riacquistato serenità e stabilità psicologica. Si sono ridotti così rischi di disturbi come quelli del sonno, dell’appetito e del comportamento.
Gli interventi con gli animali si sono dimostrati miracolosi anche nella terapia del dolore, così come nella cura di depressione, ansia, deterioramento cognitivo, anoressia e nella riabilitazione conseguente a traumi. Non dimenticando la prevenzione e risoluzione di casi di bullismo e violenza. Ma la Pet therapy non comprende solo interventi di natura medica o psichica.
Cani, gatti, coniglietti e porcellini d’india presto in classe. È un progetto nazionale di Pet therapy nelle scuole d’infanzia, primarie e secondarie dell’organizzazione “For a Smile Onlus”, nato per migliorare la qualità di vita dei bambini dopo lo stop imposto dalla pandemia. A breve, gli animali lavoreranno anche sull’inserimento e l’integrazione.
Queste attività didattiche aiutano i ragazzi anche a relazionarsi con un mondo diverso, ossia quello degli animali in cui la comunicazione non verbale è la protagonista. Il poter interagire con un essere vivente, che come l’uomo prova emozioni ma non giudica, è sicuramente un valido aiuto per i più piccoli.
Perché gli animali si donano totalmente e regalano sorrisi. Aiutano la socializzazione, aumentano l’autostima e non hanno mai pregiudizi. Zittiscono dolori. Mettono a tacere ansie e paure. E per ultimo, ma non meno importante, danno senza aspettarsi o pretendere nulla in cambio, incondizionatamente.
Miriana Platania
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