È finito in manette, nella sua villa di Innsbruck, in Austria, il 47enne tycoon dell’edilizia René Benko. L’uomo – fondatore del gruppo Signa tramite cui gestiva immobili dal valore di ben 27 miliardi di euro – è al centro del più grande crac europeo. Benko è, infatti, indagato in quattro paesi, tra cui l’Italia.
Sono varie le accuse a suo carico tra cui: associazione a delinquere a corruzione, fino a manipolazione di gare d’appalto, finanziamento illegale di partiti politici, frode, rivelazione di segreti e falsa fatturazione. La Procura di Trento aveva già chiesto il suo arresto e la sua estradizione attraverso un mandato di cattura europeo. Vienna però aveva fatto da muro.
La Procura di Trento, attraverso centinaia perquisizioni, 77 indagati e nove mandati di arresto, aveva cercato di smantellare la rete corruttiva che sarebbe arrivata da Renè Benko, fino alle tasche dei politici locali del Trentino Alto-Adige. Lo stesso imprenditore, infatti, avrebbe finanziato le campagne elettorale degli amministratori. Tutto questo, ovviamente, in cambio di procedure semplificate e concessioni immobiliari.
Un’inchiesta arrivata mesi dopo l’istanza di fallimento che il tycoon austriaco aveva presentato durante il mese di marzo al Tribunale commerciale viennese, dopo aver dichiarato l’insolvenza di Signa Holding nel novembre 2023. Successivamente durante il mese di aprile il procuratore anticorruzione austriaco aveva aperto un’indagine, che è finita con l’arresto di oggi, a causa di una sospetta frode legata al fallimento di Signa.
Benko è, quindi, accusato di associazione a delinquere. Avrebbe falsificato una fattura e «deviato» una parte della massa fallimentare nel tentativo di «eludere l’accesso delle autorità, dei fiduciari e dei creditori». L’uomo però non si è limitato solo a questo, poiché avrebbe nascosto di essere il proprietario effettivo della fondazione privata Laura, occultando, così, dei beni alle forze dell’ordine durante le indagini che sono avvenute negli ultimi mesi.
Il tycoon avrebbe inoltre «usato a scopi personali» oltre un milione di euro di fondi Covid per il suo albergo di lusso Chalet N. René Benko era indagato anche dalle Procure di Berlino e Monaco di Baviera.
Fonte dell’immagine: open.online
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