I sintomi relativi al Coronavirus sono ormai famosi da mesi: tosse, mal di gola, febbre, spossatezza fisica. Tuttavia, ciò nonostante, molti, pur essendo sintomatici ma convinti che si tratti di tutt’altri malanni, escono e frequentano posti più o meno affollati; peraltro, sapendo che, motivo di trasmissione del virus, sono la saliva e la possibile forte espirazione. E proprio perché comportarsi responsabilmente non è da tutti, coloro i quali, successivamente, sono risultati positivi al tampone, in precedenza si son resi protagonisti della nascita di veri e propri focolai. Ma quali sono, nello specifico, le situazioni in cui si potrebbe rischiare, più che in altre, di rimanere contagiati da Covid-19?
Secondo quanto riportato da Focus, concerti con migliaia di persone, pub, o ristoranti, particolarmente affollati, momenti di diletto come il karaoke, e altro del genere, rientrano fra gli eventi reputati diffusori principali del virus. Perché dove si esige un impiego più o meno eccessivo di aria, come il parlare, cantare, eccetera, in automatico, si creano anche le condizioni ottimali mediante cui il Covid-19 si espande a macchia d’olio su una o anche decine di persone.
Tutto questo è stato appurato da uno studio condotto in Giappone su 61 focolai, i cui “pazienti zero”, o ammalatisi in seguito, avevano, appunto – prima di scoprire di aver contratto il virus Sars-Cov-2 –, frequentato posti pieni zeppi di persone. Perché nessuno sa distinguere le avvisaglie del Covid differenziandole da quelle relative a una normale influenza o sforzo fisico considerevole, e proprio per questo, agire con giudizio dovrebbe indurre le persone, qualora accortesi di determinate sintomatologie, a richiedere la somministrazione immediata di un tampone. Sappiamo che non sarà semplice ritornare alla vita di tutti i giorni, ma se lo vogliamo, enti, istituzioni e cittadini dovranno metterci in condizione di farlo; e non si tratta di fantascienza, ma di pura realtà.
Anastasia Gambera
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