REGGIO CALABRIA – L’estrema attenzione che la Polizia di Stato riserva al tema della violenza di genere, si riflette nei risultati che quotidianamente si conseguono in relazione ai comportamenti violenti realizzati a danno dei più deboli. Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Reggio Calabria, in occasione di segnalazioni inerenti a tale tipo di reati, intervengono con modalità ormai strutturate grazie ai protocolli E.V.A. e L.I.A.N.A., la cui applicazione è stata fortemente potenziata dal Questore di Reggio Calabria, Maurizio Vallone, per la maggior tutela delle donne vittima di violenza. L’ultimo risultato, ottenuto grazie all’applicazione dei protocolli, afferisce a un’attività di esecuzione di misura cautelare in carcere, disposta a carico di I.U., georgiano, cl. 1994, in atto a Reggio Calabria e senza fissa dimora.
Già nel mese di novembre, una donna di nazionalità georgiana, aveva sporto denuncia perché vittima di maltrattamenti da parte di I.U., ex convivente che attuava una serie di condotte violente, e che, arrestato in flagranza di reato, era stato destinatario di un provvedimento cautelare di divieto di avvicinamento alla parte offesa, disposto dall’Autorità Giudiziaria. Nonostante tali provvedimenti, l’uomo aveva reiterato le condotte vessatorie nei confronti della connazionale denunciante. Di fronte alla nuova richiesta di aiuto pervenuta alla sala operativa della Questura da parte della donna, i cui dati erano inseriti nelle schede del protocollo L.I.A.N.A., il personale della Polizia di Stato è intervenuto tempestivamente per richiedere un urgente aggravamento della misura cautelare, concessa dall’ A.G. che ha disposto l’immediata traduzione del reo presso la casa circondariale di Arghillà. La tempestività degli interventi consente di evitare ulteriori e ben più gravi conseguenze per i soggetti vulnerabili, e i quotidiani risultati degli agenti delle volanti si accompagnano all’invito, rivolto alle vittime di violenza di genere, a denunciare episodi simili che non possono, e non devono rimanere, all’interno delle mura domestiche.
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