Da 50 giorni a questa parte abbiamo dovuto rinunciare a tante cose. Abbiamo rinunciato alla quotidianità, al lavoro, agli impegni, alle cose che avevamo prefissato per questi mesi di primavera.
Sicuramente la cosa a cui tutti abbiamo dovuto rinunciare (e che manca di più) è il contatto con le persone. Anche le persone che si credevano ‘asociali’ si sono rese conto di quanto una risata o un abbraccio siano effettivamente importanti. Di quanto il distanziamento sociale sia pesante.
Ma perché sentiamo tanto questa mancanza? Perché la distanza sociale è ciò che in questa quarantena si sta facendo più sentire? Perché ne sentiamo il peso?
Il motivo è sostanzialmente ontologico. L’Homo Sapiens appartiene a quel gruppo animale che si distingue per le sue abilità sociali. Questo mammifero aveva capito come lo “stare in gruppo” assicurasse maggiore sopravvivenza.
Di conseguenza, il nostro cervello, soprattutto grazie alla corteccia prefrontale orbitale, ha capito come “l’altro” ci dia una sensazione di benessere. La presenza delle altre persone produce nel nostro cervello le oppioidi endogeni.
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