Nel corso di una discussione cruciale sui seminari per gli aspiranti preti, su cui i vescovi si stanno confrontando da diversi mesi in vista dell’approvazione del nuovo regolamento, una frase di Papa Francesco gela per qualche attimo i partecipanti alla Conferenza episcopale italiana – lunedì 20 maggio – in Vaticano. Bergoglio, rispondendo con estrema nonchalance a chi gli domanda come comportarsi nei confronti dei candidati omosessuali, afferma: “C’è già troppa frociaggine” e sostiene che i vescovi devono seguire l’istruzione voluta da Benedetto XVI, che nega agli omosessuali l’ammissione al sacerdozio.
La notizia sta già generando molto dibattito online, sui social, e sicuramente sarà oggetto di grande discussione nei prossimi giorni.
La frase del Papa, pur se pronunciata in un colloquio privato e informale, inizia a fare il giro del mondo. I vescovi italiani presenti all’incontro hanno riferito e confermato a Dagospia e Repubblica la frase shock pronunciata dal Papa riguardo all’ammissione nei seminari di persone di orientamento omosessuale. In ogni caso, l’ingresso di nuovi seminaristi è al centro del confronto all’interno della Chiesa già da diversi mesi. Tant’è che, a novembre 2023, ad Assisi, l’assemblea di autunno dei vescovi italiani ha approvato un nuovo regolamento che concede qualche beneficio in più ai candidati che, essendo omosessuali, desiderano intraprendere il cammino sacerdotale.
Inoltre, la dichiarazione del Papa e la discussione sull’ammissione di candidati omosessuali ai seminari hanno suscitato reazioni contrastanti all’interno della Chiesa e al di fuori di essa. Alcuni hanno accolto con favore la posizione più restrittiva del Papa, mentre altri hanno espresso preoccupazione riguardo all’equità e all’accoglienza all’interno della comunità ecclesiastica. Inoltre, la questione sollevata durante l’assemblea dei vescovi italiani a novembre 2023 ad Assisi continua a essere oggetto di dibattito, evidenziando le sfide e le tensioni presenti all’interno della Chiesa in merito a questioni di inclusione e dottrina.
Le giustificazioni arrivano, ma al momento quel “c’è già troppa frociaggine nei seminari” sta suscitando molta agitazione e, come previsto, è già diventato virale sui social network, accompagnato da meme e critiche. I vescovi giustificano l’errore attribuendolo al fatto che Bergoglio non ha una piena padronanza di tutte le parole in italiano, essendo questa non la sua lingua madre. Inoltre, Alessandro Zan, promotore della legge contro l’omofobia, è stato il primo a commentare su Instagram: “Non c’è troppa omofobia, ci sono troppi omofobi“.
La discussione è diventata intensa, con molte persone che chiedono una chiara presa di posizione da parte della Chiesa sull’accoglienza e l’inclusione degli omosessuali. Alcuni esprimono preoccupazione per l’impatto che le parole del Papa potrebbero avere sulla comunità LGBTQ+ e sulla percezione della Chiesa come luogo di accoglienza per tutti. Altri, invece, difendono il diritto del Papa di esprimere le sue opinioni e sottolineano la necessità di rispettare la sua autorità e il suo ruolo all’interno della Chiesa. In ogni caso, la discussione promette di continuare mentre la notizia continua a diffondersi e ad attirare l’attenzione sia a livello nazionale che internazionale.
Inoltre, nessuno vorrebbe mettere in dubbio che si tratti solo di una gaffe, per quanto spiacevole. Ma è noto a tutti, che il Papa occasionalmente inciampa in un italiano che non tiene conto delle sfumature. Qualche anno fa, ad esempio, alle suore salesiane ha detto di non “fare le zitellone“, mentre ai suoi fedeli ha consigliato di fare figli senza “farne come conigli“. Questi episodi, sebbene possano essere considerati innocui, spesso suscitano dibattiti e reazioni sia all’interno che all’esterno della Chiesa. Tuttavia, è importante considerare il contesto e l’intento delle parole del Papa.
Nella Chiesa, il tema è oggetto di dibattito da molti anni. Già un documento vaticano del 2005, confermato nel 2016 da Papa Francesco, stabiliva che “la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone coinvolte, non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay“.
Le aperture moderate di Bergoglio sul tema avevano indotto i vescovi italiani, nella loro ultima assemblea ad Assisi, a discutere di possibili restrizioni meno rigide. Nonostante molte contestazioni, avevano approvato un emendamento che distingueva tra “atti” e “tendenze“, ribadendo l’obbligo del celibato per tutti i seminaristi, omosessuali ed eterosessuali, e consentendo l’accesso ai seminari ai candidati gay impegnati nel celibato.
E nulla sembra poter cambiare dopo questa frase, che, seppur presa per quello che è, non sembra proprio lasciare spazio a una maggiore flessibilità. Nonostante il Papa abbia particolarmente a cuore l’apertura della Chiesa a chiunque creda, indipendentemente dall’orientamento sessuale, ha concesso la benedizione alle coppie irregolari e omosessuali e l’apertura agli omosessuali e ai transessuali come testimoni di nozze o come padrini o madrine di battesimi, la “gaffe” fatta sembra esprimere un concetto e un giudizio molto chiaro. Almeno per quanto riguarda i seminari.
La sala stampa vaticana è intervenuta dopo la diffusione delle dichiarazioni del pontefice. Il direttore della sala stampa vaticana della Santa Sede dichiara che Papa Francesco è al corrente degli articoli usciti di recente riguardanti una conversazione, a porte chiuse, con i vescovi della CEI. “Il papa non ha mai inteso offendere o esprimersi in termini omofobi, e rivolge le sue scuse a coloro che si sono sentiti offesi per l’uso di un termine, riferito da altri“.
Inoltre, il Papa ha avuto modo di affermare in più occasioni che: “Nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti“. La dichiarazione della sala stampa vaticana è stata rilasciata in risposta alle polemiche scaturite dalle parole del Papa.
In conclusione, l’intervento della sala stampa vaticana cerca di porre fine alle controversie sollevate dalle dichiarazioni del Papa, sottolineando la sua intenzione di promuovere una Chiesa aperta e accogliente per tutti. Tuttavia, le diverse interpretazioni delle sue parole continuano a generare dibattiti e riflessioni su questioni di inclusione e tolleranza all’interno della Chiesa e nella società. Si attendono ulteriori sviluppi su come queste questioni verranno affrontate e risolte nel contesto più ampio della fede e della comunità religiosa.
Fonte Foto in Evidenza: Point
Giada La Spina
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Nata ad Acireale nel 2001, sotto il segno affabile della Bilancia, si caratterizza per una personalità vivace e intraprendente e per il suo sorriso contagioso. Attualmente immersa nei libri della facoltà di lettere a Catania, dove si nutre della bellezza delle parole e della profondità dei significati, dietro la sua leggera timidezza si cela una scintilla pronta a brillare. Ama il tramonto e l’alba, che la rappresentano soprattutto per la luce che emanano. Ma in un mondo che a volte sembra frenetico, lei è la costante serenità che invita a godersi ogni momento, non a caso la sua filosofia di vita è “vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo”. È una grande sognatrice, non ha paura di puntare in alto ma d’altronde si dice che se puoi sognarlo puoi farlo, oh sbaglio?