Lo scorso mercoledì, è stata lanciata la navicella spaziale Dart, all’interno di un razzo Falcon 9 di SpaceX di Elon Musk, dalla base spaziale Vandberg in California. La missione spaziale della Nasa che per la prima volta tenterà di deviare un asteroide.
Tra 11 mesi l’appuntamento finale con l’asteroide.
A bordo c’è anche LiciaCube, un microsatellite italiano che accompagnerà Dart da vicino per filmare l’impatto e verificarne l’efficacia.
Lo scopo di Dart (acronimo di Double Asteroid Redirection Test) è quello di testare per la prima volta sul campo le capacità dell’uomo di deviare la traiettoria di un corpo celeste eventualmente pericoloso, in rotta di collisione con la Terra.
Il test sarà fatto su Dimorphos, un asteroide di ben 170 metri di diametro, non pericoloso per la Terra, che orbita attorno a un altro asteroide più grande, Didymos. Dart impiegherà quasi un anno a raggiungere l’obiettivo, colpendolo al massimo della sua velocità, ovvero 21mila chilometri orari.
La navicella spaziale si schianterà contro l’asteroide a una velocità di circa 6,6 km/s, guidata da una telecamera di bordo (Draco) e da un avanzato software di navigazione autonoma.
La collisione dovrebbe modificare la velocità orbitale di Dimorphos attorno a Didymos di meno dell’1%, ma questo cambierà il periodo orbitale di diversi minuti, abbastanza per essere osservato e misurato con i telescopi sulla Terra.
A documentare l’impatto sarà l’italiano LiciaCube, un microsatellite realizzato a Torino da Argotec per l’Agenzia Spaziale Italiana, che pochi giorni prima dell’impatto si separerà da Dart seguendolo da vicino. I dati di LiciaCube serviranno a capire gli effetti dell’impatto sulla traiettoria dell’asteroide.
Valentina Lo Certo
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