La domenica italiana del primo settembre è stata travolta da una notizia di cronaca sconvolgente. Un ragazzo di 17 anni di Paderno Dugnano, provincia di Milano, aveva chiamato il 112 per dire alle forze dell’ordine di aver ucciso il padre. La prima versione del ragazzo diciassettenne riguardava l’uccisione del padre come un atto vendicativo.
Infatti dirà alla polizia di essere entrato nella stanza del fratellino e di aver visto il padre seduto su una sedia con un coltello sporco di sangue in mano e sul letto i corpi senza vita della madre e del fratello. Una visione raccapricciante che, a detta del ragazzo, avrebbe scatenato la sua ira contro il padre accoltellandolo. Poche ore dopo, però, il ragazzo confessa tutto, e che quindi è lui stesso il responsabile di quei omicidi. Il carnefice della sua famiglia.
Tutto ciò sarebbe avvenuto tra la notte del 31 agosto e primo settembre il festeggiamento del compleanno del padre.
A detta dei vicini, la famiglia Chiaroni-Albano era una famiglia perfetta. Non avevano mai dato nessun segno di fastidio, erano in una condizione benestante, e soprattutto gran lavoratori. Il padre del ragazzo, Fabio, 51 anni, lavorava nel campo dell’edilizia, mentre la madre Daniela, 49enne, era titolare di un negozio di costumi in città. Nel 2016 aveva partecipato al programma televisivo Caduta Libera di Gerry Scotti. Il fratellino di nome Lorenzo, invece, aveva dodici anni.
Ciò che rimane ancora difficile da capire è come il ragazzo abbia agito nel totale silenzio. Nessun rumore, nemmeno un urlo, è fuoriuscito dalla casa affinché mettesse in allarme qualcuno. I vicini, infatti, si sono accorti che qualcosa fosse capitato quando alle prime luci del mattini hanno visto le pattuglie della polizia fuori la loro casa. Al momento, però, non si sa ancora il motivo di questa furia omicida del ragazzo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Nato e cresciuto a Santa Maria Capua Vetere, provincia di Caserta, quando il grunge esplodeva a livello globale, cioè nel ’91, e cresciuto a pane e pallone, col passare del tempo ha iniziato a sviluppare interessi come la musica (sa mettere le mani almeno su tre strumenti) la letteratura e la linguistica. Con un nome provinciale e assonante con la parola sindaco, sogna di poter diventare primo cittadino del suo paese per farsi chiamare “Il sindaco Simmaco”.