La direzione distrettuale antimafia di Palermo ha dato il via alle perquisizioni in un complesso residenziale di Mazara del Vallo nel tentativo di fare luce sulla rete di fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro, il boss di cosa nostra arrestato del 2023 dopo 30 anni di latitanza.
La Polizia e i Carabinieri stanno lavorando congiuntamente alle indagini, volte a fare luce sul covo del boss Matteo Messina Denaro e sulla sua rete di fiancheggiatori. Le indagini sono state rese possibili dagli accertamenti del Servizio Centrale Operativo, che hanno consentito di far luce sugli spostamenti di Messina Denaro a Mazara del Vallo nei mesi immediatamente precedenti all’arresto. In particolare modo, secondo gli investigatori, il boss si sarebbe appoggiato a un immobile – o un eventuale “covo” riservato – sito a Mazara del Vallo, ma ancora non individuato.
Al fine di scovarlo, saranno perquisiti e controllati tutti i garage del complesso residenziale di Mazara del Vallo e alcuni luoghi saranno ispezionati per verificare la corrispondenza tra le serrature e le chiavi ritrovate in dosso a Messina Denaro e alcuni suoi “uomini fidati”.
Grazie all’analisi delle riprese e dei tabulati del cellulare gli inquirenti hanno raccolto delle prove fondamentali nell’indagine che portò all’arresto del boss, e che ora mira a scovare i suoi collaboratori.
Infatti, grazie a questi elementi la Polizia è riuscita a individuare l’Alfa con cui il latitante si spostava e alle sue chiavi. Hanno avuto accesso ad alcune chiamate telefoniche con Lorena Lanceri, sua amante ora in carcere per mafia, dove dovrà scontare 13 anni. Proprio nel corso di questa telefonata, i due si erano dati appuntamento a Mazara del Vallo, in via Castelvetrano 45/c, complesso residenziale attualmente sotto il vaglio delle autorità. L’effettiva sussistenza dell’appuntamento è stata verificata anche grazie alla visione delle immagini di videosorveglianza, che vede i due amanti arrivare e andare via. Tuttavia, secondo gli inquirenti, i due si sono volutamente dati appuntamento in un luogo scoperto dalle telecamere di videosorveglianza, in modo da non lasciare traccia del loro incontro.
Al momento, una chiave ritrovata durante l’arresto del boss corrisponde al cancello di un residence di via Castelvetrano. Il restante mazzo è ancora un’incognita, e gli investigatori stanno continuando le verifiche in modo tale da rintracciare gli eventuali “covi” segreti del defunto boss, nella speranza di trovare documenti e file che possano dare una svolta alle indagini.
Fonte: ANSA
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