Secondo quanto riportato da “La Repubblica”, stanno aumentando le segnalazioni dei pediatri e dei nutrizionisti sui casi di cattiva alimentazione e di carenze di vitamine nei bambini molto piccoli dovuti alla dieta vegana. Dieta semplicemente sbagliata o genitori distratti?
Alcuni pediatri e nutrizionisti italiani hanno lanciato un vero e proprio allarme in relazione alle possibili conseguenze sui più piccoli di un’alimentazione che non prevede carne e derivati animali. Il quotidiano la Repubblica riporta le parole di Alessandro Ventura, direttore di Pediatria presso il “Burlo Garofolo” di Trieste, il quale riferisce di aver trattato tre casi di carenza di vitamina b12 solo nell’ultimo anno. Secondo il direttore «le madri li nutrivano al seno e mangiavano vegano». Stando agli esperti interpellati dal quotidiano, il motivo della carenza di vitamine nei lattanti è da ricondurre proprio alle madri che seguono una dieta vegana, in quanto le donne non riuscirebbero a introdurre nel latte materno tutti i nutrienti necessari per una sana crescita dei loro figli. Uno dei rischi maggiori riscontrati nei bambini e nei lattanti curati è stata la carenza di vitamina b12, presente in carne, pesce, uova e latte, che può portare a conseguenze anche gravi, tra cui l’anemia e la compromissione delle formazioni neuronali.
Sempre su la Repubblica, la dietista del “Regina Margherita” di Torino sostiene che «con l’aiuto dei supplementi è teoricamente possibile far seguire ai bambini una dieta vegana, ma non è facile. A quell’età il fabbisogno di nutrienti è come un puzzle dai pezzetti piccolissimi». Secondo quanto riferito dalla dottoressa Susanna Esposito, direttrice del reparto Pediatria al Policlinico e docente presso l’Università di Milano, i genitori dovrebbero ragionare sull’eventualità di mantenere nella dieta dei propri figli almeno alcuni prodotti di derivazione animale, come il latte e le uova. La dottoressa continua dicendo che una volta all’anno si presenta un caso grave, e che a volte è necessario rivolgersi alla Procura. Massimo Resti, dirigente di Pediatria al “Mayer” di Firenze spiega che «spesso i genitori sono in buona fede e correggono la dieta, ma ci capita di dover segnalare dei casi al giudice, il quale può arrivare a chiedere a un assistente sociale di essere presente ai pasti» .I genitori, motivati dalle scelte etiche che comporta la dieta vegana, agiscono per il bene dei loro figli, ma non sempre l’istituire una dieta vegana in famiglia è dettata da scelte morali in funzione del benessere degli animali. Ci sono alcuni casi, infatti, di allergie inesistenti che, a causa di un test sbagliato, portano i genitori a convincersi che il loro bambino abbia una intolleranza e che questa debba essere affrontata con l’eliminazione di alimenti basilari come latte o uova.
Non è dello stesso parere la dottoressa Silvia Goggi, medico presso l’ospedale Luigi Sacco e specializzanda in Scienze dell’Alimentazione presso l’Università degli Studi di Milano, che dalla sua pagina Facebook ha risposto all’articolo de La Repubblica, fornendo alcune precisazioni sulle linee guida da seguire per i genitori che decidono di stabilire una dieta vegana anche per i loro figli. Nel suo post ha precisato che proprio in questi giorni sono uscite le linee guida per l’alimentazione a base vegetale in età pediatrica, in gravidanza e allattamento. «In queste linee guida, sottoscritte da tutti i professionisti che si occupano di alimentazione senza derivati animali – continua la dottoressa – viene più volte sottolineata l’imprescindibilità di un’adeguata supplementazione di vitamina b12». Secondo la dottoressa, infatti, «non fanno notizia i bambini vegani che stanno benissimo, crescono in salute e stanno anche meglio dei loro coetanei onnivori». Infine, la dottoressa ha voluto puntualizzare che «chi mangia vegano, non si nutre solo di alimenti come frutta, vegetali, pasta, riso e farro, ma una dieta vegana può comprendere numerosi altri cibi. I bambini vegani – prosegue – mangiano legumi di tutti i tipi, e in vari modi (freschi, in crema, in farina, frutta, semi oleosi), cereali di ogni tipo e pseudocereali: quinoa, grano saraceno, e si, anche il farro».
Gianluca Merla
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli di proprietà di Voci di Città, rilasciati sotto licenza Creative Commons.
Sei libero di ridistribuirli e riprodurli, citando la fonte.
Ti piacerebbe entrare a far parte della redazione di Voci di Città? Hai sempre coltivato il desiderio di scrivere articoli e cimentarti nel mondo dell’informazione? Allora stai leggendo il giornale giusto. Invia un articolo di prova, a tema libero, all’indirizzo e-mail redazione@vocidicitta.it. L’elaborato verrà poi letto, corretto ed eventualmente pubblicato. In seguito, ti spiegheremo come iscriverti alla nostra associazione culturale per diventare un membro della redazione.