In queste ore sta spopolando in rete la notizia della morte di Carsyn Leigh Davis. La ragazza, 17 anni, è morta di Coronavirus il 23 giugno. Immunodepressa, secondo quanto riportato da molti giornali, la ragazza sarebbe stata portata a un Covid-party dalla madre no vax. In realtà gli eventi sarebbero andati diversamente. La madre è certamente una convinta antivaccinista, così come il padre. E le cure offerte alla ragazza dai genitori seguono i dettami di questi fanatici. Ma nessun Covid-party sarebbe stata la causa del contagio.
Sarebbe, invece, un “banale” Church-party ad aver causato l’irreparabile. La ragazza avrebbe partecipato il 10 giugno ad una funzione collettiva nella chiesa di appartenenza insieme a un centinaio di giovani. Nessun rispetto del distanziamento sociale. Ben che meno dell’utilizzo delle mascherine. Certamente, però, non si può parlare di Covid-party, pratica particolarmente diffusa negli Stati Uniti e che sicuramente sarebbe stata un’aggravante per la madre.
Secondo quanto riportato dal rapporto medico, da quel 10 giugno, i primi sintomi tipici del Covid-19 si sono manifestati in maniera particolarmente aggressiva. Carsyn, infatti, era già stata precedentemente malata di cancro e, conseguentemente immunodepressa. Nonostante ciò i genitori hanno sottoposto la figlia dapprima alla azitromicina per i primi 5 giorni, dunque all’ossigenoterapia, tramite una bombola del nonno. Portata all’ospedale giorno 20 i medici hanno optato direttamente per la terapia al plasma, vista la gravità delle condizioni. Le cura scelte dai genitori e il lungo tempo atteso nonostante i sintomi hanno praticamente condannato la 17enne, morta giorno 23.
Particolarmente discutibile, inoltre, quanto ritrovato nel profilo Facebook della madre. Fervente antivaccinista non ha mai nascosto i dubbi sulle pratiche utilizzate dai medici per curare i pazienti dal Coronavirus. Tutto questo nonostante il ruolo ricoperto dalla stessa (era un’infermiera).
Francesco Mascali
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