Il destino, e la vita, a volte possono essere davvero beffardi. Sanno regalare gioie immense e dolori altrettanto profondi. Momenti pieni di felicità e vuoti davvero drammatici. Fanno riflettere e pensare alle cose davvero importanti. E un esempio di tutto ciò, è la (breve) storia che vi stiamo per raccontare.
Ci troviamo in Palestina. Più precisamente a Gaza. Dove, nel clima di “festa” collettiva per la tregua tra Hamas e Israele, la nostra attenzione viene catturata da quanto accaduto alla famiglia AlJafarawi. Una storia che lascia un malinconico amaro in bocca ma, anche, una piccola fiammella di speranza nel futuro.
Già, perché, a distanza di poche ore, un padre ha, prima, provato il dolore profondo di perdere un figlio e, poi, la gioia immensa di riabbracciare l’altro (figlio) appena liberato. Dalle lacrime di sconforto durante il discorso d’addio per uno, divenuto così popolare a Gaza per il suo lavoro, a quelle di contentezza nel rivedere l’altro che non si sapeva neanche se fosse mai ritornato a casa.
I due fratelli, in questione, sono Saleh e Naji (AlJafarawi). Il primo, giornalista palestinese di 28 anni, ucciso da una milizia armata mentre documentava nei giorni scorsi degli scontri nel quartiere Sabra a Gaza City. Lo stesso che, la sera dell’annuncio della tregua, è sceso in strada per gridare a chi non aveva internet la fine della guerra. Virale, a tal riguardo, un video di lui che si aggira tra le macerie e le strade buie, illuminato solamente dalla torcia di un cellulare, mentre informa tutti con il sorriso sulla faccia la fine delle ostilità.
Il secondo, Naji, liberato oggi dopo essere rimasto ostaggio delle milizie occupanti. Irrefrenabile la sua commozione quando rivede il padre che, nel giro di poche ore, ha perso un figlio ma ne ha riabbracciato un altro. Uno strano scherzo del destino. Una storia piena di sentimenti ed emozioni. Contrastanti. Forti. Una storia piena di vita. Ma, forse, anche di speranza. Perché, anche nel buio più totale si può accendere una piccola luce. Perché, anche la notte più lunga e buia è seguita dalla luce del sole. E, allora, anche per ogni fine, per quanto dolorosa, c’è sempre un nuovo inizio. Certo, però, che è proprio strana la vita.
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Giuseppe, classe 1999, aspirante giornalista, è laureato in Scienze Politiche (Relazioni Internazionali) ma, fin da piccolo, è appassionato di sport e giornalismo. Simpatiche, si fa per dire, le scene di quando ancora bambino si sedeva nel bar del padre e leggeva la Gazzetta dello Sport “come quelli grandi“.
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Inoltre, coordina la squadra di Calciomercato, Europei e Mondiali. Scrive di tennis (il suo sport preferito, dopo il calcio) e NBA (non si contano più le notti passate in bianco per vedere le partite live). Infine, si occupa anche delle breaking news che concernono i temi più svariati: dallo sport all’attualità, dalla politica alle (ahinoi) guerre, passando per le storie più importanti e centrali del momento.
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