L’autostrada più famosa al mondo è al centro di un progetto che prevede l’implementazione di pannelli solari lungo tutto il suo tragitto. L’idea rivoluzionaria renderebbe la “Route 66” la prima autostrada in grado di produrre energia solare.
La Route 66 venne inaugurata nel 1926 per collegare la città di Chicago alla spiaggia di Santa Monica in California. Le grandi migrazioni verso ovest hanno reso famosa questa strada, che ha anche contribuito alla crescita economica degli Stati Uniti grazie alle sue numerose vie commerciali. È stata miticizzata dalla letteratura e dalla musica, che l’hanno trasformata in un’icona pop in tutto il mondo, e a breve potrà essere protagonista di un progetto rivoluzionario:La trasformazione in un’autostrada ad energia solare.
L’idea è di due coniugi e inventori americani, Scott e Julie Brusaw, che nel 2004 lanciarono una campagna di crowdfunding di grande successo, permettendo alla loro società, la Solar Roadways, di raccogliere più di due milioni di dollari su Indigogo, grazie ai quali hanno potuto finanziare lo sviluppo di una tecnologia capace di trasformare i 77mila chilometri dell’autostrada americana nel più grande (e lungo) pannello solare del mondo. L’idea è proprio quella di sfruttare l’enorme superficie autostradale per produrre energia solare, sostituendo il normale manto stradale con un tappeto di moduli fotovoltaici dalla forma esagonale, pensato per garantire la viabilità e allo stesso tempo produrre energia pulita. Lo Stato del Missouri ha dato il via libera al progetto che, se dovesse andare a buon fine, porterà la Route 66 ad essere la prima autostrada solare degli Stati Uniti. Inizialmente, i pannelli solari saranno installati sui marciapiedi di alcuni brevi tratti di strada. Anche se può sembrare un inizio blando, il passo necessario sarà proprio questo, in quanto servirà per verificare l’affidabilità di una tecnologia che richiederà sicuramente dei processi di verifica e perfezionamento.
La tecnologia, infatti, è tuttora in fase di sviluppo, e servirà ancora qualche anno prima di raggiungere tutti gli obbiettivi prefissati, anche se dalla Solar Roadways fanno sapere che i pannelli sono già in grado di sostenere il peso di un autoarticolato. Essi contengono una serie di smart gadget tra cui: luci led con cui si potrà sostituire la segnaletica orizzontale e rendere più luminose e sicure le strade, un sistema di riscaldamento che potrà evitare l’accumulo di neve o ghiaccio durante la stagione invernale, e microprocessori che permettono di trasmettere e ricevere dati in tempo reale. Il test iniziale avrà l’obbiettivo di produrre sufficiente energia solare da provvedere al fabbisogno energetico degli edifici, della segnaletica e dell’illuminazione delle aree limitrofe. Questa fase dovrebbe concludersi entro la fine del 2016 e dare inizio al vero e proprio lavoro di sostituzione del manto stradale. Se il progetto dovesse avere successo, con i pannelli installati lungo tutta l’autostrada, secondo i calcoli dei Brusaw questo sistema permetterà di generare una quantità di energia tre volte superiore al consumo annuale del Paese. Un’esperimento simile, con risultati incoraggianti, è stato effettuato in Olanda con la prima pista ciclabile solare al mondo. Il progetto è stato messo in atto dall’azienda Solar Road, che nel 2015 ha annunciato di aver prodotto oltre novemila kwh grazie all’impianto ad energia solare costruito lungo un percorso di circa 70 metri.
Gianluca Merla
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